Al Pan di Napoli si è inaugurata il 18 ottobre, e resterà aperta fino al 18 gennaio 2018 (quanti diciottto!), la mostra GENESI di Sebastião Salgado.
Il fotografo brasiliano in un rigoroso bianco e nero racconta il pianeta, le sue bellezze e i suoi misteri, ma sotto il titolo della mostra, vengono accorpate immagini che non rappresentano solo il racconto del pianeta Terra. Salgado attraverso le bellezze della natura, i villaggi primordiali e le tribù nascoste tra la vegetazione, ci ricorda da dove veniamo e chi siamo e lo fa in maniera semplice e diretta, in bianco e nero, per invitare lo spettatore a cogliere prima di tutto l’essenza delle cose e poi i dettagli che le rappresentano.
“GENESI è una chiamata alle armi” dice Lélia Wanick Salgado, moglie di Salgado e curatrice del progetto e della mostra, ma è soprattutto un atto d’amore dovuto verso il mondo che abitiamo, consapevoli che l’uomo ed il suo ingegno, spesso, non hanno cercato di preservarlo adeguatamente. “Non possiamo continuare ancora ad inquinare terreni, acqua e aria. Dobbiamo agire adesso per preservare le terre e i mari incontaminati, per proteggere i santuari naturali di animali e antichi popoli. E possiamo spingerci oltre, cercando di riparare ai danni che abbiamo causato.”
Salgado e Lélia, brasiliani profondamente legati alla loro terra d’origine, si sono impegnati in prima persona ed hanno speso molto delle loro energie per riforestare una grande parte della loro terra e attraverso la loro fondazione no profit hanno letteralmente piantato circa due milioni di alberi di duecento specie diverse.
La mostra espone ben 245 splendide foto in bianco e nero, distribuite su due piani di Palazzo Roccella, sede del Pan, che, come è facile comprendere, “fermano” in 245 immagini scorci di paesaggi, attimi fuggenti di vita animale, uomimi e donne di piccole piccole tribu nei gesti della loro quotidianità e spingono l’osservatore verso una riflessione profonda, e perché no, anche mortificante, su quanto sia stata trascurata e offesa la natura da una presunta civiltà che non rispetta l’ambiente nel quale è cresciuta e si è alimentata.
La mostra è bellissima. Un allestimento semplice ed efficace assolutamente in linea col tema trattato ed è soprattutto un invito a conoscere tutto il lavoro di Salgado che ha speso una vita a raccontare il mondo con la sua fotografia, divenuta strumento ad imperitura memoria di tanti di momenti magici che la natura offre all’attento osservatore ma anche impietosa denuncia quando ritrae gli uomini e le conseguenze del loro operato.
Cinque sono le sezioni in cui è suddiviso il percorso della mostra. Il Pianeta Sud, I Santuari della Natura, l’Africa, Il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl.
Genesi è il tentativo del fotografo di realizzare un atlante antropologico del pianeta, ma è anche un segnale d’allarme che ci avverte, foto dopo foto, che il luogo in cui viviamo va tutelato e rispettato a tutti i costi perché, il pianeta è quello che noi siamo ed è l’unico luogo dove possiamo vivere.
La mostra “Genesi” è curata da Lélia Wanick Salgado, moglie dell’artista, su progetto di Contrasto e Amazonas Images ed è frutto della collaborazione di Civita Mostre con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli.
Umberto Mancini