Crossing Europe : terzo occhio e globalizzazione

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“Avere il terzo occhio” è un’espressione che spesso si usa in fotografia. Sta ad indicare la capacità di visualizzare le cose in un modo diverso o, ancora meglio, riuscire a vedere cose che gli altri non vedono. Un fotografo particolarmente abile e bravo ha sicuramente il terzo occhio molto sviluppato e se attraverso questo “strumento” riesce ad imprimere un proprio stile nelle foto che realizza, il gioco è fatto.  Questo preambolo è necessario non solo perché la rubrica in cui sono inseriti articoli come quello che state leggendo si chiama” Il terzo occhio” (e la cosa andava spiegata), ma perché voglio parlarvi di un progetto scoperto per caso ma che ho trovato molto stimolante e pieno di spunti di riflessione.

Il fotografo in questione si chiama Poike Stomps, olandese, e recentemente ha pubblicato un lavoro intitolato Crossing Europe.

Il suo progetto è di una semplicità disarmante: il fotografo ha girato l’Europa ed ha fotografato persone che attraversano le strisce pedonali. Sembra banale. Ma non è così. In tempi in cui la parola migrante è entrata di prepotenza nel nostro vocabolario, Poike ha pensato che il modo più semplice per raccontare chi siamo era quello di attraversare l’Europa e osservare come gli europei, intesi come esseri umani, convivono tra loro. Gli incroci fotografati e proposti in questo volume, sono una perfetta metafora della quotidianità di quelle persone, le quali, in qualche modo prima o poi attraversano una fase, un momento della loro vita e lo fanno con la stessa normalità con la quale attraversano le strisce pedonali.

Ma quegli incroci dicono anche altro. Rappresentano i luoghi nei quali inevitabilmente quelle persone sono costrette ad incrociarsi e a convivere, possibilmente in modo pacifico.

Il senso di questo lavoro per molti versi mi ha ricordato una nota poesia di Totò, “A’Livella”. Non so se Poike Stomps aveva in mente quello che ha visto il mio terzo occhio, ma ho trovato questo lavoro molto efficace, bello e stimolante.

L’apparente monotonia degli scatti in realtà stimola non poco la curiosità dell’osservatore: gli incroci più affollati rappresentano simbolicamente il mondo in continuo movimento. Sono il punto in cui tutte le razze, le religioni, le etnie, insomma le persone, si muovono rapide, incrociano sguardi, sfiorano altri corpi e soprattutto ci ricordano che se da un lato la globalizzazione ha molti punti controversi, la stessa globalizzazione mette tutti sullo stesso piano e nel medesimo luogo, senza per questo negare le peculiarità e l’unicità di ognuno.

Poike continuerà la sua ricerca e dopo Crossing Europe pubblicherà Crossing Usa. Ed io continuerò a segnalarlo, perché il suo lavoro è quasi didascalico, ed è perfetto per esercitarvi in quello che è il vero insegnamento della fotografia: guardare oltre le apparenze per scoprire quello il più delle volte il nostro  terzo occhio non ci svela

Se volete approfondire l’argomento il sito ufficiale di Poike Stomps è http://www.poike.nl

 

Ringrazio Poike per avermi autorizzato a pubblicare una sua foto tratta da questo splendido volume. Si tratta, in particolare,di uno scatto eseguito ad un incrocio di Roma.

 

Umberto Mancini

 

 

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