“Così vicini, così lontani” Al Blu di Prussia di Napoli fino al 22 settembre

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Tre fotografe, tre distanze e tre modi diversi di concepire la sospensione del tempo. Questo ci racconta la bella mostra allestita negli spazi espositivi Al Blu di Prussia di Napoli in via Filangieri 42.

Le fotografe protagoniste di questo allestimento sono Ilaria Abbiento (napoletana), Gail Albert Halaban (statunitense) e Valentina Vannicola (romana).

Valentina Rippa, curatrice della mostra, ha individuato nelle tre artiste, e quindi nei loro lavori, un filo conduttore comune e ha pensato che metterle insieme, affiancarle in una stessa esposizione sarebbe stato possibile ed efficace. Tutte e tre, nonostante i percorsi artistici individuali molto diversi tra loro, hanno raccontato con estrema efficacia il silenzio e quel tempo sospeso che spesso lo accompagna e nel quale tutti prima o poi ci ritroviamo, inconsapevolmente o volontariamente.

Ilaria Abbiento usa il mare e il suo fluire, la sua irrequietezza e, ovviamente, la sua calma. Il mare, sempre uguale a se stesso e le sue atmosfere, sempre diverse, che solleticano, in colui che guarda, emozioni contrastanti. Molto efficace il polittico composto da 24 elementi dove si alternano foto di mare e cartine del golfo di Napoli. Una modalità rappresentativa molto efficace che ben racconta l’essenza dell’artista e del suo lavoro: una ricerca tra visione personale e realtà.

Gail Albert Halaban sceglie di esprimere il tempo sospeso affacciandosi alla finestra e guardando “gli altri”. Un voyeurismo apparentemente fine a sé stesso, ma che invece stimola l’occhio e la mente a guardare “dentro”. Certo questo concetto è già stato abbondantemente rappresentato in fotografia, e per questo non si può fare a meno di menzionare il lavoro di Merry AlpernDirty Windows” pubblicato in diverse edizioni. Ciò nonostante l’idea del tempo sospeso rappresentato “spiando” gli altri dalla finestra è interpretata da Gail Albert Halaban in modo originale e non solo per la sua realizzazione ma soprattutto per il racconto che l’autrice riesce a descrivere.

Valentina Vannicola, infine, sceglie una modalità ancora diversa per rappresentare il tempo e lo spazio. Mondi fantastici ed irreali, quasi magici, vengono raccontati con grazia e consapevolezza e la sua sensibilità “femminile” contribuisce a rendere reale quelle atmosfere artefatte e finte che di reale non hanno nulla. Poteva essere “rischioso” inserire il lavoro di Valentina Vannicola in questo contesto caratterizzato da tanta concretezza, e invece, questo innesto si è rivelato perfetto.

Dunque una bellissima mostra questa allestita al Blu di Prussia, che sarebbe stata perfetta se fosse stata completata con le musiche degli U2 (Stay-Faraway So Close) e le immagini del regista Wim Wenders perché questo è ciò che hanno evocato nella mia mente le fotografie esposte in questa bella galleria di Napoli.

Umberto Mancini

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