Il doodle di Google per ricordare Boris Pasternak, l’uomo che rifiutò il Nobel

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Nel film del 1936 “E’ arrivata la primavera” di Frank Capra, il protagonista afferma che i doodle sono scarabocchi che aiutano una persona a pensare ed a concentrarsi ed  in effetti il termine inglese significa proprio “scarabocchio”. Ma il  termine, che inizialmente aveva altri significati,  ha finito con il definire per Google una versione speciale dei suoi loghi, creati da un apposito team di grafici e disegnatori per commemorare anniversari speciali.

Il Doodle di Google di  oggi rappresenta un uomo che scopriamo essere Boris Pasternak in occasione del suo 131esimo anniversario della nascita, avvenuta a Mosca il 10 febbraio 1890. L’autore del celeberrimo Il  dottor Živago, è colui che il 10 dicembre del 1958, fu l’assente per eccellenza a Stoccolma, lì dove sarebbe stato premiato alla cerimonia della consegna del Premio Nobel per la Letteratura … “per il suo contributo significativo sia alla poesia contemporanea che alla grande tradizione della narrativa russa”.

Il romanzo fu rifiutato dall’Unione degli scrittori cha la tempo del regime bolscevico non poteva assolutamente permettere la pubblicazione di un libro che, fortemente autobiografico, raccontava i lati oscuri della Rivoluzione d’ottobre; l’opera fu bandita dal Governo e causò all’autore persecuzioni intellettuali da parte dei servizi segreti che lo isolarono e ridussero in povertà. Il libro però riuscì a varcare i confini russi e nel 1957 fu pubblicato dalla Giangiacomo Feltrinelli Editore, tradotto in più lingue, diffondendosi velocemente in Occidente come testimonianza della realtà sovietica.

Il regolamento dell’Accademia svedese per il conferimento del Nobel prevedeva però che l’opera vincitrice fosse pubblicata in lingua materna, particolare di cui difettava l’opera di Pasternak. Fu così che un gruppo di agenti della CIA e dell’Intelligence britannica riuscì ad intercettare la presenza di un manoscritto in lingua russa a bordo di un aereo verso Malta. L’aereo fu fatto deviare per fotografare pagina per pagina il libro e pubblicarlo su carta di intestazione russa e con le tecniche tipografiche tipiche delle edizioni russe, per poter essere così conforme alle regole per il conferimento del NObel.

“Immensamente grato, commosso orgoglioso, meravigliato, confuso. Pasternak”, fu  il primo messaggio che il poeta e scrittore inviò alla segreteria del Premio Nobel, poi, quando la stampa sovietica  lo attaccò giudicandolo “un traditore”,  “una pecora rognosa”,  l’Unione degli scrittori sovietici lo espulse ed il KGB lo minacciò di espulsione dalla Russia e di confisca di tutte le sue proprietà, Pasternak fu costretto a mandare un secondo messaggio alla segreteria del Premio con cui rifiutava il riconoscimento “per il significato che a questo premio è stato dato dalla società alla quale appartengo”. Pasternak morirà due anni dopo nel 1960 nei dintorni moscoviti, il romanzo fu pubblicato legalmente in Russia nel 1988 ed il figlio ritirerà nel 1989 il premio che era stato destinato al padre 31 anni prima.

Da questo capolavoro della narrativa novecentesca sarà tratto l’omonimo film nel 1965 con Omar Sharif, Julie Christie, Geraldine Chaplin, Alec Guinness, Rod Steiger.

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