Su RCS75, Ex Libris con “Diritti Digitali” di Virgilio D’Antonio, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Comunicazione UNISA

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di Claudia Izzo-

La nascita e la diffusione delle tecnologie digitali, la creazione di αγορά digitali, hanno inciso sulle nostre vite, sulla nostra quotidianità, sulle nostre relazioni e su tutte le nostre attività on line, stravolgendo tutto, dando vita ad un “salto cognitivo”, alterando i riferimenti spazio-temporali, ridisegnando confini e traiettorie, ridistribuendo i ruoli tra pubblico e privato, mentre il caricamento di dati su Internet, crea, quotidianamente, una stratificazione nel web, evidenziando il “carattere pervasivo” delle nuove tecnologie. Proprio per questo, si è reso necessario che “il diritto indossasse nuovi abiti e si aggiornasse, costringendo il giurista a metamorfizzarsi e a riconoscere -nuovi diritti-“.

Questo il concetto alla base del testo “Diritti Digitali”(Francesco D’Amato Editore) a cura di Virgilio D’Antonio, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione  dell’Università degli Studi di Salerno, presentato al Salone del Libro di Torino la scorsa primavera, protagonista oggi del programma su RCS75, Ex Libris,  diramazione radiofonica di salernonews24, spazio dedicato ai libri ed agli autori.

L’ospite

Il Professore D’Antonio, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione  dell’Università degli Studi di Salerno, è Professore Ordinario di Diritto Privato Comparato presso l’Università degli Studi di Salerno ove è titolare delle cattedre di Diritto Comparato dell’Informazione e della Comunicazione e di Istituzioni di Diritto Privato.  Doctor Honoris Causa della Universitad Catolica de Colombia, titolare degli insegnamenti di Diritto della Comunicazione Digitale presso lo IUAD, Accademia della Moda e di Diritto Commerciale presso la Link Campus University.

Il testo

L’utilizzo dell’informatica ha alimentato il dibattito nel mondo del Diritto su nuovi temi, evidenziando la necessità della nascita di nuove discipline giuridiche. Il mondo cambia e dalla cittadinanza tradizionale si passa a quella digitale così il fil rouge del testo è l’analisi di quanto le tecnologie digitali possano essere un arricchimento per la sfera delle libertà e quanto invece finiscano col limitarle; big data, algoritmi e processi automatizzati, possono cioè finire col colpire i diritti fondamentali ed i valori democratici?

Dal costituzionalismo liberale, l’ideologia politica nata nel ‘700 con lo scopo di porre un limite giuridico ai poteri e di proteggere i diritti e le libertà fondamentali, si è dunque passati a quello “novecentesco dello Stato sociale”, a quello “garantista dello Stato Costituzionale del secondo dopoguerra” fino al Costituzionalismo digitale che compare intorno alla fine del secolo scorso.

L’identità digitale si riferisce dunque ai diritti della personalità, nome, immagine e identità personale, ed al cyberspazio, l’ambiente immateriale senza limiti e confini in cui si estrinseca. Di qui viene analizzato nel testo il diritto di accesso, diritto al nome e all’identità personale, diritto alla privacy, libertà d’espressione, cittadinanza, come cambia il diritto d’autore in rete e la sua violazione,  le licenze CC, il copyleft, il reato di revenge porn, “diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate”.

Il giurista, il filosofo, lo studioso di etica del terzo millennio, si chiedono come si possa continuare ad essere umani in un mondo sempre più digitalizzato dove “le tecniche neuroscientiche, unite agli studi sulle intelligenze artificiali, conducono ad un dover rimodulare i tradizionali dogmi giuridici, attraverso nuovi paradigmi gnoseologici”, dove queste nuove tecnologie mettono in crisi proprio quei confini che sembravano invalicabili tra naturale e artificiale, uomo e  macchina, animato e inanimato, soggetto e oggetto…

Il nostro paese è il mondo e la cittadinanza l’umanità intera, ha affermato il giornalista, abolizionista e riformista sociale statunitense William Lloyd Garrison nel 1830. Da allora il concetto di cittadinanza è cambiato, ancora di più con la rinnovata comunità digitale.

Come cambierà ancora il mondo?

 

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