Da poco è possibile trovare il libreria Fubbàl di Remo Rapino edito da Minimum fax.
Questo libro è bellissimo. Meglio subito mettere le cose in chiaro senza perdere tempo alla ricerca di parole inutili. Remo Rapino riporta il calcio alle sue origini ma soprattutto ci restituisce la sua essenza: è un gioco.
Inutile cercare una trama, un intreccio, oppure un eroe che compia un viaggio particolare.Tutti i protagonisti di queste pagine evocano un eroismo semplice e carnale. Non hanno nulla che ricordi mondi misteriosi, forse non sognano neanche il grande contratto miliardario a cui il calcio moderno ci ha abituato: sognano e basta. Non ci sono sponsor, non ci sono social media, non ci sono visualizzazioni, non ci sono selfie. Nelle pagine di queste libro è raccontata la voglia di giocare e basta. Il desiderio di portare quella palla verso una meta agognata con l’unico scopo di affermare il proprio valore e la propria esistenza. Le storie di questi giocatori raccontano un sogno, a cui il denaro di certo farebbe comodo, ma non è il valore economico quello a cui ambiscono questi dodici uomini. Difficile non innamorarsi delle loro storie, della loro sana voglia di semplicità e di provincia dalla quale sembrano rifuggire. Sono le storie di undici uomini, più allenatore, e di una squadra di calcio di cui non ci è dato sapere se esiste, ma a noi piace pensare che da qualche parte lungo lo stivale si trovino nascosti questi personaggi dimenticati e bistrattati da un business in cui sarebbe impossibile riconoscerli.
Inutile cercare le loro biografie su wikipedia oppure su qualche blog, sono anonimi e il loro fisico non ha nulla di suadente e virile. Sono segnati dal tempo e non sono interessati a vincere, a loro interessa sognare di poter vincere. Nei loro racconti c’è la nostalgia, la voglia di debuttare, ci sono sogni e promesse. Non sono rivali, si rispettano perché sono uguali e ne sono consapevoli.
Le loro storie sono piene di speranza e di voglia di vivere e soprattutto ci fanno sperare che il calcio possa tornare ad essere un sogno in cui ritrovarsi nello spirito del gioco e nient’altro.
Remo Rapino lo fa usando un linguaggio assolutamente originale e personale creando un suo stile diventato, oramai, cifra indelebile dei suoi racconti.
Chiaramente ve lo consiglio non solo perché trovo che sia un bel libro ma soprattutto perché questi racconti ci riportano alla semplicità delle cose concrete di cui sembra abbiamo smarrito ogni cosa.
“Ci sono tanti motivi per correre pur senza avere piedi di velluto, che si corre per fuggire da qualcosa o da qualcuno, si corre per arrivare, certe volte anche per non dover pensare al filo spinato che avvolge le nostre giornate.”
Applausi e basta.
Umberto Mancini