Martedì, Ex Libris su RCS75 con “Racconti in Osteria” di Sabrina Prisco

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di Claudia Izzo-

Su RCS75,   ogni martedì da tre anni vi è  Ex Libris, diramazione radiofonica della rubrica esistente sul quotidiano salernonews24, spazio interamente dedicato ai libri, agli autori, agli editori, ai festival letterari. In regia Luca Santoro.

Oggi, negli studi di RCS75, è stata con noi Sabrina Prisco per presentare il suo libro “Racconti in Osteria”(Homo Scrivens).

Dopo 15 anni di lavoro nel campo della ricerca scientifica, Sabrina Prisco approda alla ristorazione. Appassionata di Letteratura, mente poliedrica e raffinata, ha creato e gestisce, nel cuore di Salerno, l’Osteria Canali. Nel tempo libero viaggia e scrive. Creativa e vulcanica, nel frattempo ha creato, nel Cilento, la Cantina Socievole, in cui si svolge da tre anni il Piccolo Festival delle cose Minime.

Per i 20 anni di attività della sua Osteria, Sabrina Prisco ha chiamato a raccolta scrittori e musicisti che l’Osteria l’hanno vissuta, e “sorseggiata” come si fa con un buon vino.

Ciò che ne è venuto fuori  è una raccolta di racconti, ognuno dei quali ha per protagonista un’osteria. In più, in questo testo, sono riportate tracce musicali: il  brano “En attendant le jour” di Sidney Bechet, ritrovato per caso dal compianto chitarrista Vincenzo Barbato che lo provò per la prima volta in Osteria proponendolo  come “la sigla dell’Osteria”, suonato poi con i Southern Swing. Altra traccia musicale che ritroviamo nel testo è il brano composto dal musicista e compositore Max Maffia per “La cena di Babette”, spettacolo complesso e unico che si organizza presso l’Osteria Canali ogni 15 dicembre per soli 12 commensali, così come accade nel celebre racconto di Karen Blixen “Il Pranzo di Babette”.

“L’Osteria“- scrive Sabrina-  è stata una figlia nata quasi per caso o per incoscienza, nella nebbia e nella passione di un sogno. Cresciuta senza fretta, con un lavoro quotidiano…in Osteria non si fa solo da mangiare. Si accoglie, si ascolta, si racconta. Ogni ospite lascia un segno, ogni transito sposta qualcosa, aggiunge o toglie, rendendo queste mura un abito sartoriale. L’Osteria è un luogo di incontri, di scambi, di benessere, di compagnia, di calore, di musica, di chiacchiere, di buon vino e di cibo generoso. E’ un luogo sicuro, un porto riparato dove si incrociano anime e pensieri.”

Nel testo ritroviamo  un girotondo di storie che hanno come minimo comune denominatore un’osteria, scene di pranzi e cene attorno a cui si dipanano emozioni e colpi di scena.

Se nel testo Rino Mele ci riporta al Largo dei Canali, luogo di incontri di intellettuali, -dove c’è tutta Salerno e il suo tempo consumato-, Davide Rondoni parla dell’Osteria Canali come di -“buon vino e sorrisi e pietanze”-. Se l’orchestra continua a suonare mentre il Titanic affonda nel racconto di Peppo Bianchessi, al lettore viene proposto, da Luca Crovi, un rimaneggiamento del racconto di Giovanni Verga “L’osteria dei “Buoni Amici”, per arrivare all’intreccio di voci delle stoviglie di Stefania De Caro che ci ricorda quanto la tecnica del Kintsugi possa rimarginare ferite. Ed ancora, Carmine Mari fa affermare al suo personaggio -“chi sceglie il vino comanda il gioco”- perchè, come ricorda Marco Russo, con le parole di Henry Pierre Rochè, -“Viviamo, l’etichetta la metteremo dopo”-…

 

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