La parola ai giovani -di Maria Gabriella Alfano
Grande attesa tra i giovani per la sesta edizione del MAC Fest, che si svolgerà a Cava de’ Tirreni dal 25 al 31 agosto, con un’intera settimana dedicata alla musica, all’arte e alla cultura, tra concerti, film, mostre, musica live, laboratori, workshop e tavole rotonde.
Artefice dell’evento MACASS, associazione di giovani under 30, fondata nel 2019 per valorizzare il territorio attraverso attività culturali e di aggregazione e promuovere i valori europei di libertà, uguaglianza e unione nelle differenze.
Il tema dell’edizione 2024 è “A(r)mando”, per riflettere sulla dualità umana: bene e male, creazione e distruzione, compassione e odio per agire per un immediato “cessate il fuoco” nei conflitti armati e percorrere la strada del dialogo, della pace e del multiculturalismo. Per gli organizzatori occorre partire dalla cultura per affrontare le sfide del presente e del futuro con maggiore consapevolezza e coraggio, facendo di Musica, Arte e Cultura (MAC) strumenti di pace e rivoluzione, capaci di unire le persone.
Dal programma che è stato presentato stamattina presso il Forum dei Giovani della cittadina metelliana, si scopre che MAC Fest 2024 è un evento multidisciplinare. I vari slot sono stati illustrati dai soci e dalla socie che hanno rivelato un’organizzazione a più voci, saperi e interessi che rappresenta un importante punto di forza dell’Associazione.
Tanti gli eventi in programma come la rassegna cinematografica “Ammuina”, le presentazioni di libri, le tavole rotonde, i laboratori di design, di teatro, di arte, la masterclass sul sonoro nell’audiovisivo, live music e tanto altro. Incontri di grande appeal per intercettare i gusti e gli interessi del pubblico dei visitatori e dei fruitori che arriveranno da tutta la provincia.
Le sedi saranno il Social Tennis Club, il Teatro Luca Barba, lo Studio XXXV, oltre alla Di Mauro Officine e al Centro di artigianato digitale.
In un veloce botta e risposta con il presidente Francesco Oreste (laurea in giurisprudenza alla Bocconi e lavoro a Milano) e la vice-presidente Sara Santoriello (laurea in Mass media e politica e Dottorato di ricerca sull’Etica dell’I.A.) parliamo del Festival e dell’impegno dell’Associazione MACASS che conta oggi oltre 50 soci.
“Non tutti vivono a Cava, ma si sa, la transizione digitale ha annullato le distanze fisiche e riusciamo senza problemi a garantire i nostri impegni associativi. Ci riuniamo da remoto almeno una volta alla settimana.”
“Dietro ogni edizione del Mac Fest” aggiunge Sara “c’è un anno di lavoro. Ci siamo divisi in gruppi tematici e quest’organizzazione funziona molto bene”.
Proviamo a raccontare il nutrito programma di questa sesta edizione. “Per noi è importante” spiega Francesco “far crescere la partecipazione dei giovani alla vita civile e politica del Paese, superando i problemi che limitano la loro presenza negli organismi decisionali. In una tavola rotonda ne discuteremo, avvalendoci delle testimonianze di giovani under 30 che ce l’hanno fatta”.
Sara, oltre all’ufficio stampa è punto di riferimento del Videocontest, intitolato a Elvira Coda, prima regista italiana anticipatrice del neorealismo (mi fa notare che per una precisa scelta la indicano con il solo cognome da nubile). “Sette crew composte da videomaker, attori e attrici realizzeranno in 48 ore altrettanti cortometraggi ambientati a Cava de’ Tirreni su un tema che sarà svelato il 25 agosto. Tutti i video saranno valutati da una Giuria tecnica composta da esperti e critici cinematografici che individuerà il vincitore. Nella giornata finale del Festival annunceremo il corto premiato che riceverà biglietti per l’Edinburgh Short Film Festival e sarà proiettato in Campania, Puglia, Basilicata e nel Lazio come parte della programmazione dei Festival partner. Inoltre da quest’anno la miglior film maker concorrerà anche al Premio “Chiara Rigione”, dedicato alla giovane regista avellinese scomparsa lo scorso anno.”
Francesco spiega che nello Studio XXXV di Cava de’ Tirreni artisti e creativi realizzeranno opere pittoriche e sculture e che il 27 agosto presso Di Mauro Officine Grafiche si svolgerà “Open factory” per aprire nuovi costruttivi dialoghi tra giovani professionisti e Aziende del territorio e per parlare di sostenibilità nel settore del packaging.
“Ci piace mostrare esperienze e realtà produttive di eccellenza del territorio, modelli e buone pratiche non sempre note a chi pure vive qui a Cava de’ Tirreni. Speriamo aprano le menti dei giovani, anche verso nuove prospettive di lavoro.”
“Questi sono solo alcuni dei 40 eventi in programma, tutti completamente gratuiti” aggiunge Sara. “Per noi la cultura è un motore di crescita e di aggregazione. Vogliamo promuoverla e renderla fruibile e accessibile alle persone. Naturalmente remuneriamo gli artisti che si esibiscono” precisa. Vogliamo dare spazio agli artisti emergenti, legittimando le loro performance, professionalizzare le passioni. Ci rivolgiamo a un target tra 18 e 35 anni, che è quello dei “giovani” indicati dall’Unione Europea, ma in realtà con il Festival puntiamo a coinvolgere una più ampia comunità intergenerazionale.”
Chiedo come fanno a fronteggiare le spese senza far pagare alcun biglietto.
“I nostri partner sono in gran parte aziende del territorio che ci conoscono e ci sostengono. Siamo consapevoli che i loro contributi rendono possibile il MAC Fest.
Sicuramente un evento del genere ha ricadute positive sull’economia del territorio. Con sorpresa apprendo da Francesco che i dati del Mac Fest sono stati accuratamente processati elaborando un report di impatto socio-economico. “C’è stato da parte nostra un approccio scientifico che ha analizzato i cinque anni di vita della manifestazione individuando, ad esempio, le caratteristiche dei visitatori (età, studi, ambito professionale, condizione lavorativa), il tempo di permanenza nel Mac Fest, gli eventi seguiti, i servizi di hospitality di cui hanno usufruito. Una notevole mole di dati: abbiamo avuto 18.000 ingressi nel solo periodo 2021-2023. Questi dati e altri specifici indicatori hanno mostrato la capacità attrattiva della manifestazione che si è riverberata anche sulla città di Cava che ha attratto nuovi visitatori”.
Non c’è contraddizione sulla mission dell’Associazione e la vita vostra e di altri soci? In fondo siete andati via. Che cosa manca qui a Cava, che vi ha spinto a emigrare al Centro e al Nord. Sono state solo le maggiori opportunità di lavoro?
“Per essere felici”, afferma Francesco, “non basta avere il lavoro. E’ importante la qualità della vita. Quella che abbiamo qui non è il massimo e noi vogliamo farla crescere puntando sulla cultura. Il nostro Festival mira a trasformare la cultura in un motore di innovazione sociale, con un forte impatto sul territorio e la comunità locale.”
Chiedo come vivono il rapporto con Cava de’ Tirreni.
“Continuerà ad essere il nostro punto di riferimento. Tuttavia Il nostro è un formato replicabile, un modello esportabile in altre realtà. Non per niente, concludono entrambi con orgoglio, abbiamo presentato il MAC Fest al Festival dell’Economia di Trento. E’ stato un successo”.