
di Cosimo Di Filippo – Medicina di base-
Beninteso quello che ho da dire non è un’accusa, assolutamente no. In questo momento di rara difficoltà, ognuno di noi per le proprie competenze, ha l’obbligo di intervenire consigliando modalità d’azione dovute e necessarie. D’altra parte anche chi interviene per dei suggerimenti può non sapere che il suo punto di vista sia stato già analizzato nei dettagli in fase di programmazione da chi ha l’obbligo istituzionale.
Premesso ciò, dopo molti mesi mi sono recato al nosocomio cittadino Ruggi d’Aragona, la prima cosa che mi ha colpito è stato vedere molti colleghi sanitari nell’area antistante l’ingresso, sprovvisti di mascherina, o al massimo, portarla a mò di collare.
Poi mi sono recato a pagare il ticket sanitario e qui ho dovuto assistere alla cosa che più mi ha colpito. In tempi non Covid 19, si accedeva agli sportelli attraverso uno scalone che dall’esterno dell’ospedale immetteva in una grande hall, dove sono dislocati gli sportelli stessi. Con mia grande sorpresa, salito le scale, noto l’accesso transennato e un cartello sulla vetrata spiegava che quell’accesso, causa Covid, era escluso e che si doveva fare un altro percorso.
Questo nuovo percorso di accesso prevede l’ingresso nella struttura ospedaliera.
In epoca pre Covid si accedeva agli sportelli dall’esterno senza passare per l’interno del nosocomio, ora in epoca Covid dove occorre prendere tutte le misure precauzionali per isolare il virus e soprattutto tenerlo lontano dalle strutture sanitarie, si permette al comune cittadino di praticare un percorso all’interno dell’ospedale.
Ovvio che la modalità di contagio è duplice.
Il cittadino sano entra in un percorso potenzialmente infettato e potrebbe infettarsi oppure, lo stesso cittadino può portare all’interno dell’ospedale la sua malattia. Inoltre prevenire l’ingresso del virus in ambienti confinati soprattutto se si parla di strutture sanitarie (o qualunque altro posto di lavoro) è di estrema importanza.
Ebbene, nessuno che controlli la temperatura all’ingresso dei vari accessi. Il controllo della temperatura a distanza è ormai prassi discretamente consolidata, mi chiedo come questa attività non venga svolta presso la struttura sanitaria più importante della nostra città.
Chiunque, lavoratore o utente che entri in ospedale con un rialzo termico è un potenziale portatore dell’infezione.Questo mi sembra evidente.Obbligo e controllo dell’uso della mascherina all’interno dell’area ospedaliera per tutti, percorsi dedicati, controllo della temperatura per chiunque acceda all’interno dell’ospedale: andrebbero prese piccolissime misure di prevenzione che sono certo siano state già valutate nelle sedi opportune e da chi ha le dovute competenze.
Le mie sono solo osservazioni.
*Medico di base