
I viaggi dell’anima- di Claudia Izzo-
Ormai si sa, bisogna alimentare la mente e l’anima e spesso tanti libri vanno riletti in momenti diversi, con riflessioni fatte da angolazioni diverse. Cambia lo sguardo ma le emozioni restano.
Andrebbe riletto, soprattutto a Natale, per sorridere e riflettere. Parliamo di “Canto di Natale” “A Christmas Carol”, conosciuto anche come “Ballata di Natale” e “Racconto di Natale”, il primo di una serie di racconti che Charles Dickens dedicò al periodo più bello dell’anno.
Pubblicato nel 1843, l’opera ricorda la bellezza del Natale nella sua profondità: il connubio tra presente, passato, futuro, la possibilità del cambiamento come possibilità di rinascita. Rinascita morale dell’individuo è quella del vecchio e avido Scrooge, non un eroe quanto un antieroe che si trova a doversi confrontare per la prima volta con il dolore altrui, con l’Amore, questo raro e avvolgente sentimento in grado di fare miracoli.
Di qui la sua espressione “Bah! Humbug!”, “Bah, Sciocchezze !” per cui tutto, sentimenti, altruismo, amore, erano banali sciocchezze. L’esclamazione entra così a pieno titolo nella lingua inglese come frase idiomatica.
Tematiche di grande impatto sociale quelle di questo “canto” esplicitamente allegorico, dove il gusto del racconto gotico conduce il lettore per mano tra sfruttamento minorile, analfabetismo, lotta alla povertà, egoismo. Ed ecco lo splendore dei tre spiriti del Natale che conducono Scrooge, lontano dal suo piccolo mondo fatto di denaro ed egoismo, in una sorta di tre viaggi purificatori per una rinascita dell’anima. Una morte interiore che conduce alla rinascita. Dalle tenebre alla luce, dall’odio all’amore. Un canto che continua ancora ad emozionare…