
-di Claudia Izzo-
Anche oggi è comparso un post nella mia pagina Facebook che mi annuncia che un altro amico è affetto da Covid. Un clichè ormai: la perdita del gusto e dell’olfatto, la tosse continua, la temperatura elevata, la spossatezza ed un’altra persona entra nell’esercito dei combattenti contro questo maledetto virus.
“Niente tornerà come prima” è stata l’affermazione della responsabile di una famosa libreria salernitana abituata alle belle presentazioni. Di solito ci si salutava piene di entusiasmo pensando allo scrittore che sarebbe venuto. Tempi duri quelli attuali, per ogni tipo di categoria.
Ma con l’Italia divisa in zone ed in colori, il Governo condottiero di una battaglia con strategie confuse, le varie categorie in depressione, la scuola ridotta in brandelli dove le interrogazioni vengono fatte anche a telecamere spente, il sostegno è tutto per chi in trincea ci sta e semmai non fa rientro a casa, per evitare contagi. Tamponi, posti letto, terapia intensiva, vaccini, indice Rt, i 21 parametri, controllo della saturazione, Covid 19, sono le parole più ricercate in rete. Si cerca di capire. Si cerca di leggere notizie, semmai il nostro fiato dovesse farsi corto.
E poi c’è l’isolamento covid presso il proprio domicilio, le strutture sono sovraffollate, e spesso ci si sente abbandonati, senza risposte al telefono, senza presa in carico da parte degli ospedali. La spossatezza che la malattia comporta non aiuta, anche se i medici consigliano di cercare di fare sempre un pò di movimento, dormendo, quando si riesce, a pancia in giù, trattasi di reclutamento alveolare, con luce in camera, finestre spesso aperte.
Perchè in tutto questo dobbiamo fare i conti con il caos psicologico che la pandemia determina in un cocktail, spesso esplosivo, di tristezza, fobie, senso di solitudine ed abbandono. Parlare dunque con amici e parenti, cercare di condividere tutto ciò anche, con specialisti; al di là delle terapie farmacologiche dobbiamo placare i pensieri negativi che in questo momento tratteggiano uno scenario cupo, colmo di preoccupazioni da un punto di vista sanitario, economico, sociale.
Oggi abbiamo bisogno della partecipazione di tutti per uscire dal virus, mascherine sul volto, distanziamento, igiene delle mani; domani avremo ancora bisogno della collaborazione di tutti per ricostruire quanto questo virus ci ha tolto. Anche e soprattutto la spontaneità persino di un abbraccio, ora condensato in uno sguardo che si illumina, ed un sorriso. Rigorosamente dietro la mascherina.