
Il coraggio di essere donne- di Claudia Izzo
Suicidio. Dicono così, o meglio, questa è la versione che dà la polizia per il caso di Daniela Carrasco, morta impiccata ad un albero lo scorso 20 ottobre, nel comune di Pedro Aguirre Cerda, nella regione metropolitana di Santiago del Cile. Ma chi è questa donna 36enne dallo sguardo intenso che vediamo vestita da mimo?
Stiamo parlando di un’artista di strada che operava alla periferia di Santiago e che aveva preso parte alle manifestazioni che stanno infiammando il Cile contro il caro vita imposto dall’amministrazione del presidente Pinera.
Dopo quattro settimane di guerriglia, perchè è di questo che si tratta, il bilancio dei morti è salito a 22 con i 2000 feriti, molti dei quali colpiti da pallottole vaganti, 17000 sono gli arresti eseguiti. El Mimo stava partecipando alla manifestazione per il rincaro dei prezzi della metropolitana il 19 ottobre, in modo pacifico, quando, sarebbe stata vista mentre veniva portata via dai carabineros. Secondo l’associazione Ni Una Menos, sarebbe stata rapita, “violentata, torturata, nuovamente violentata fino al punto di toglierle la vita”. Uccisa. Molti sono i canali femministi cileni che stavano infatti denunciando le violenze sessuali perpetrate ai danni delle donne catturate. Non ci sono prove, ma le accuse ai danni dei manifestanti arrestati non si contano più.
Violentata, Torturata, Impiccata.
Una donna che ha la forza, il coraggio e la determinazione di scendere in strada a manifestare si impiccherebbe. E perchè? Diciamo che potrebbe trattarsi di una morte che doveva servire da monito alle donne cilene che manifestano contro lo Stato cileno, contro il regime golpista. Un invito a mantenere lo sguardo basso.
Si era dunque ipotizzato un suicidio, la perizia parla di morte per soffocamento dovuto alla fune stretta intorno al collo: questa la tesi della polizia, con i risultati dell’autopsia che arrivano nelle mani dei familiari solo un mese dopo.
Eccoci dunque a scrivere quello che non si vorrebbe mai scrivere. Ancora una donna abusata, torturata, uccisa. Lei che voleva portare gioia tra le strade del suo Cile è diventata una maschera che inneggia alla resistenza. Il suo cerone bianco diventerà simbolo del diritto alla libertà di espressione. Hanno spento una vita, 22 vite. Hanno perpetrato violenze ma hanno acceso le coscienze.
E allora, siamo tutte El Mimo.
Per ogni donna che viene strappata alla vita, cresce la rabbia, la disperazione di tutte le altre. Cresce la sete di giustizia. Con il cerone in viso o meno, siamo tutte El Mimo, saremo tutte El Mimo perché abbiamo tutte il diritto di essere donne libere, di manifestare in modo pacifico nelle piazze del mondo.