Se senti il dolore sei vivo, ma se senti il dolore degli altri sei umano
di Luigi D’Aniello-
Come si può restare indifferenti difronte alla questione riguardante la decisione di Apollonia D’Arienzo, ex ballerina classica di Cava dei Tirreni, malata di SLA che, a seguito della sospensione dell’assistenza fornitale dal comune di residenza e dalla Regine Campania, ha contattato l’associazione Coscioni per il suicidio volontario?
La questione è profondamente complessa e toccante.
La SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) è una malattia gravemente invalidante che comporta una significativa perdita di autonomia e qualità della vita. La situazione di Apollonia, che si sente costretta a prendere in considerazione il suicidio assistito a causa della mancanza di supporto, evidenzia non solo le difficoltà individuali di chi vive con malattie gravi, ma anche le lacune nei sistemi di assistenza e sostegno sanitario.
Rimanere indifferenti di fronte a tale notizia può suggerire una mancanza di empatia o di consapevolezza delle problematiche relative alla salute, all’assistenza e ai diritti dei pazienti. È importante riconoscere che dietro ogni storia c’è una persona con esperienze uniche, desideri e paure. Il caso di Apollonia richiama l’attenzione sulla necessità di un dialogo aperto riguardo ai temi dell’assistenza sanitaria, della dignità nel processo di morte e delle scelte individuali. È fondamentale che la società si mobiliti affinché vengano forniti adeguati servizi di supporto per tutti coloro che si trovano in condizioni simili, evitando che si sentano abbandonati.
Sentire il proprio dolore è parte dell’esperienza di vita, è un segno di esistenza, un’affermazione della propria vulnerabilità, infatti è proprio attraverso il dolore che comprendiamo la nostra condizione umana, le nostre limitazioni e le nostre emozioni; ci insegna ad essere resilienti, a crescere e a trovare significato anche nelle esperienze più difficili.
Ma essere in grado di percepire e comprendere anche il dolore altrui è ciò che ci distingue come esseri umani e ci fa costruire relazioni significative. Questa capacità di sentire il dolore degli altri è un segno di grande umanità e sensibilità, è un segno non solo di vita, ma di una vita che si manifesta in modo interconnesso, è una forza che ci rende parte di una comunità più ampia e ci spinge ad agire in modi tali da alleviare le sofferenze altrui non facendoci restare indifferenti davanti alle difficoltà degli altri e a partecipare attivamente alla realtà che ci circonda rendendoci non solo vivi, ma anche parte di un tessuto sociale ricco e ci ricorda, inoltre, che il nostro benessere è legato a quello degli altri.
Perciò, mentre il dolore personale è una manifestazione della nostra vita interiore, il dolore degli altri ci porta a vivere una vita che abbraccia la relazione e la comunità. Quindi È fondamentale ascoltare le storie di chi affronta simili sfide e lavorare affinché aiuto e sostegno siano sempre disponibili per tutti.
La nostra testata, salernonews24, ha dedicato tempo fa, una rubrica ad Apollonia, affinché avesse un ulteriore rapporto con il mondo esterno “La stanza rosa“, la cui immagine di copertina è data di fiori rosa.
Scrivendo a direttore@salernonews24.it le lettere saranno girate ad Apollonia che, utilizzando solo il battito delle palpebre, e grazie all’aiuto dei volontari che le sono accanto, risponde.
E forse è il momento di starle più che mai accanto, tutti, gente comune ed istituzioni, e di mobilitarci per lei e per tutti coloro che hanno difficoltà.