
Salerno è mia e io la difendo- di Antonietta Doria-
Il nome Matteo vuol dire dono di Dio. Matteo fu Apostolo ed evangelista, fu, secondo i Vangeli uno dei dodici apostoli di Gesù, l’autore del Vangelo secondo Matteo, chiamato Levi nel vangelo di Marco e di Luca.
Gesù passò vicino al pubblicano Levi e gli disse semplicemente Seguimi (Marco 2, 14) ed egli, alzandosi, lo seguì; e immediatamente tenne un banchetto a cui invitò, oltre a Gesù, un gran numero di pubblicani e altri pubblici peccatori.
Nel vangelo secondo Matteo viene chiamato “Il pubblicano” e descritto come esattore delle tasse prima della chiamata di Gesù.Questa era una elle categorie più odiate dal popolo ebraico.Gli esattori delle tasse pagavano in anticipo all’erario romano le tasse del popolo e poi si rifacevano come usurai, tartassando la gente.
I sacerdoti, per rispettare il primo comandamento, vietavano al popolo ebraico di maneggiare le monete romane che portavano l’immagine dell’imperatore. I pubblicani erano quindi accusati di essere peccatori perché veneravano l’imperatore.San Matteo è considerato il patrono di banchieri, bancari, doganieri, finanzieri, cambiavalute, ragionieri, commercialisti, contabili ed esattori.
Secondo la tradizione della Chiesa, Matteo viene raffigurato insieme ad un uomo alato che lo ispira o gli guida la mano mentre scrive il Vangelo; l’uomo alato è uno dei quattro esseri viventi presenti nel libro di Ezechiele e nel libro dell’Apocalisse e ciò perché il Vangelo di Matteo esordisce con la genealogia terrena e l’infanzia di Gesù figlio dell’uomo, sottolineandone quindi la sua umanità.
Secondo alcune tradizioni, sarebbe morto per cause naturali. Secondo altre Passiones apocrife, , avrebbe portato alla conversione il re Egippo e la terra su cui regnava, l’Etiopia, dopo aver fatto risorgere miracolosamente la figlia Ifigenia.
La tradizione racconta anche che, alla morte del sovrano, gli sarebbe succeduto sul trono il re Irtaco che avrebbe voluto sposare la figlia del re defunto, Ifigenia, che però aveva consacrato la sua verginità al Signore. Dal momento che la sua proposta di matrimonio era stata rifiutata dalla giovane, Irtaco chiese a Matteo di persuaderla a concedersi a lui, ma il santo in risposta lo invitò ad ascoltare una sua predica che avrebbe tenuto il sabato successivo nel tempio al cospetto di tutta la popolazione. Quel sabato l’apostolo proclamò solennemente che il voto di matrimonio di Ifigenia con il re celeste non sarebbe potuto essere infranto per il matrimonio con un re terreno perché se un servo usurpasse la moglie del suo re sarebbe giustamente arso vivo. Il santo sarebbe stato ucciso sull’altare mentre celebrava la messa, trafitto a colpi di spada da un sicario inviato dal re.
Salerno fino al secondo dopoguerra, usava ricordare ogni anno il miracolo avvenuto nel 1544. Secondo la leggenda fu solo grazie all’intervento del Santo Patrono che la città di Salerno riuscì a salvarsi dall’attacco dei pirati saraceni, facendo affondare le navi di questi ultimi attraverso una bufera, di qui la frase “Salerno è mia e io la difendo” .Viene raffigurato con le triglie appena pescate come ad indicare il legame tra la città e il Mare.
Le reliquie del santo sarebbero giunte a Velia, in Lucania, intorno al V secolo dove rimasero sepolte per circa quattro secoli. Il corpo del Santo fu rinvenuto dal monaco Atanasio nei pressi di una fonte termale dell’antica città di Prmenide. Le spoglie furono portate dallo stesso Atanasio presso l’attuale chiesetta di San Matteo a Casal Velino, successivamente le ossa furono portate presso il Santuario della Madonna del Granato in Capaccio-Paestum. Ritrovate in epoca longobarda, furono riportate il 6 maggio 954 a Salerno, dove sono attualmente conservate nella cripta della cattedrale.