Quei primi giorni di scuola

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Tra nostalgia e ricordi- di Claudia Izzo-

Il fresco della mattina “E migliaia di gambe e di occhiali di corsa sulle scale…”ci ricordano che le scuole si sono riaperte. Altra corsa, altro giro. I corridoi dei Licei si animano di sorrisi, storie, fughe vigliacche, di “compagni di scuola, compagni di niente”, come canta Venditti, di cui alcuni si salveranno, altri entreranno in banca…

Ed i ricordi assalgono ogni docente che di primi giorni di scuola ne ha tanti in testa da scriverci un libro, ogni docente in pensione che ripensa alla sua vita precedente dove il registro era uno scettro, ogni giovane studente o adulto di oggi che ripensa ai gloriosi tempi che furono. Si perché  “Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull’età, dopo l’ estate porta il dono usato della perplessità … Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità, come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità…” come canta Francesco Guccini.

Ricomincia la scuola e ritornano quegli eserciti di studenti con i loro zainetti ancora mezzi vuoti ma carichi di sogni, di aspettative, ma anche di dubbi e incertezze a pacchi. Perchè il bello della vita è questo, quando sali di corsa quelle scale austere dei licei e siedi nel banco, non sai dove ti porteranno tutte quelle versioni di latino e greco, quegli accenti e quegli aoristi, quell’entrare nel mondo di Aristotele e Platone, la Divina Commedia “sempre più commedia”, Paolo e Francesca, quel volteggiare anche tu, insieme ai pianeti, con quella professoressa che vedeva in te una stella.  Eppure quel primo giorno vola via, tra timori ed emozioni come tutti gli anni del Liceo e tanti altri ancora. E la vita va,  per tutti questi giovani studenti e questi resteranno gli anni formidabili, quelli che poi si ricorderanno con emozione e nostalgia.

“Formidabili quegli anni”, canta Vecchioni, “quei sogni nei miei  un fiume straripante di parole ammassate nelle aule delle scuole… formidabili quegli anni…”

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