Pasqua: dalla Morte alla Vita

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L’antica “pesach”- di Claudia Izzo-

La parola ebraica “pesach” significa “passare oltre”, “tralasciare”, da cui deriva “Pasqua”, vero simbolo di rinnovamento di rinascita, festa dell’Amore che vince sulle tenebre.

Il Faraone impedì agli Ebrei di partire dall’Egitto, non essendo stato scosso dalle nove  piaghe a cui, però,seguì la decima. Con questa Dio cercò di convincere, ancora una volta,  il Faraone a lasciare andare il popolo degli Ebrei, ridotto in schiavitù. Ogni famiglia doveva sacrificare un agnello e col sangue segnare l’architrave e gli stipiti della porta. Dio avrebbe riconosciuto i suoi. Così gli Ebrei partirono oltre il Mar Rosso, abbandonando l’Egitto.

Per l’Ebraismo dunque, la Pasqua indica il passaggio dell’Angelo della Morte che avrebbe risparmiato i primogeniti del popolo ebraico. Nel Cristianesimo la Pasqua indica il passaggio dalla Morte alla Vita di Gesù Cristo che avviene con la Resurrezione e con il passaggio, trasformazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue del Signore.

Pasqua come rinascita spirituale, dunque, come liberazione degli Ebrei dalla schiavitù d’Egitto, come liberazione dall’odio, dal terrore, dalla solitudine, dall’ipocrisia; un vero passaggio a nuova vita perché, allora come oggi, il messaggio è vivo: “Non si può seppellire la verità in una tomba: questo è il senso della Pasqua” (Clarence W. Hall).

“Allora sia Pasqua piena per voi che fabbricate passaggi dove ci sono muri e sbarramenti, per voi apertori di brecce, saltatori di ostacoli, corrieri ad ogni costo, atleti della parola pace.” (Erri De Luca)

 

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