Salerno piange la morte del pittore Mario Carotenuto

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Lutto nel mondo artistico-culturale-

di Claudia Izzo-

Novantacinque anni da poco compiuti ed un amore immenso per l’Arte, la Divina Costiera e Salerno. Si è spento, da poco, il maestro Mario Carotenuto nella sua abitazione, a Salerno. La sua mostra, ancora allestita fino al prossimo 5 Novembre nella Sala San Tommaso del Duomo di Salerno dal titolo “Autoritratto degli anni Settanta”, ci ripropone quaranta autoritratti dell’artista, e sembra essere un elegante modo che il Fato ha scelto per far sì che l’artista salutasse i suoi amici, i colleghi, i suoi estimatori.

Pittore, ceramista, intellettuale, insignito nel 2011 della cittadinanza onoraria dall’allora sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, presso il Salone dei Marmi di Palazzo di Città, per aver amato e onorato la città di Salerno attraverso la sua arte, è stato testimone e fautore di quel fermento culturale che ha caratterizzato la Salerno del dopoguerra insieme ad altri nomi di spicco quali Alfonso Gatto, Achille Bonito Oliva, Filiberto Menna, Edoardo Sanguineti, Rino Mele …

 

Classe ’22, originario di Tramonti, mamma maestra, padre musicista, ha ben saputo rapire nelle sue tele i colori, le atmosfere della Divina Costiera. Ha frequentato il Liceo “G. B. Vico” di Nocera Inferiore, studiato Lettere all’Università di Napoli e Pittura con i maestri Vincenzo Ciardo ed Emilio Notte all’Accademia di Belle arti di Napoli. Il maestro con i suoi studi di via Bastioni, della Torretta e poi di via San Benedetto, unitamente a quello di Minori ove dal 1965 si trasferiva in estate, ha dato vita ad incontri e conversazioni d’autore con tante menti creative come Raphael Alberti, Edoardo Sanguineti, Marcello Venturoli, Duilio Morosini, Alberico Sala, Paolo Ricci e Vasco Pratolini. In questi luoghi ha dipinto, sperimentato, vissuto per una vita, tra tavolozze e pennelli, regalandoci voli di farfalle, scorci paesaggistici, figure che raccontano di epoche e di crescita artistica. Orgoglioso figlio di questa terra non ha ceduto alle lusinghe di contesti artistici milanesi. Dal 1969 ha esposto presso la galleria “Il Catalogo” di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta, dando spazio nelle sue tele ai significati e creando ponti tra l’individuo e l’Architetto del creato.

Ci raccontano della sua arte tante opere presenti sul territorio come “La devozione del popolo di Tramonti a San Francesco” (2002), i pannelli decorativi per il Poliambulatorio comunale di Salerno (1967), per l’Ospedale Civile di Pagani (1967), l’affresco per la Sala delle Conferenze dell’Ordine dei Medici (1968), il grande pannello per la sede nazionale dei Monopoli di Stato a Roma., per citarne alcune.

 

E caro al cuore di tutti i salernitani resta il suo Presepe inaugurato nel 1982, conservato nella Sala San Lazzaro, all’interno del Duomo, realizzato in quattordici anni in collaborazione con La Bottaga San Lazzaro, diretta dal compianto professore Giuseppe Natella. Siamo nel post terremoto, la Salerno vecchia presenta un centro storico messo in ginocchio dal sisma e questo Presepe rappresenta una preghiera di speranza. All’inizio vi era rappresentata solo la Natività poi, si è andato arricchendo di figure popolari e personaggi di rilievo, riprodotti con colori acrilici su uno strato di tredici millimetri. A posare come modelli,  sono stati proprio gli abitanti del quartiere del Centro Storico.  In un angolo è possibile scorgere il maestro stesso.Qui si entra in un piccolo mondo antico fatto di  sentimenti: mani giunte, una famiglia intorno alla tavola, volti ed espressioni carichi di valore. Il maestro ha saputo narrare un’atmosfera, si entra in questo luogo con la sensazione di ritrovare qualcosa di ormai perduto.

 

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Nell’immagine di copertina: il maestro Mario Carotenuto raffiguratosi nel Presepe da lui realizzato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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