Lavitola: «Berlusconi aveva i numeri per essere eletto, demotivato dall’entourage forzista»

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di Edoardo Sirignano da

Per Valter Lavitola, ex direttore de “L’Avanti, i veri vincitori dell’elezione per il Presidente della Repubblica sono Draghi e Berlusconi, che a suo parere aveva i numeri per essere eletto, diversamente da quanto consigliatogli dal suo entourage. Per il futuro, a suo parere, non ci sarà più il centrodestra, ma non esclude invece una possibile intesa tra il Cavaliere e Renzi.

Considerando la sua esperienza, perché la politica non è riuscita a eleggere un nuovo Presidente della Repubblica, ma ha dovuto convincere Mattarella a fare il bis…

«Il vero motivo è la carenza assoluta di una classe dirigente. E’ un dato sotto gli occhi di tutti. Nessuno ha dubbi su quest’aspetto. Altra ragione, poi, perché era molto più reale, come lo si è visto anche con i numeri, l’elezione di Silvio Berlusconi. Sono certo l’avrebbe spuntata alla quarta votazione».

Perché quindi si è ritirato?

«E’ stato demotivato da persone del suo entourage, che lo hanno convinto, sbagliandosi, che i voti extra non ci sarebbero stati. Non mi riferisco a una persona specifica, ma a quelli che normalmente si occupano di consigliare il Cavaliere all’interno dei gruppi parlamentari di Forza Italia».

Salvini oggi propone un grande partito di destra che segue il modello americano. E’ d’accordo?

«Assolutamente no! Viviamo in un Paese dove l’area moderata è sempre stata quella che più di tutte ha rappresentato la cultura degli italiani. Basti pensare alla Democrazia Cristiana, al Partito Socialista quando è uscito dalla sfera di influenza del Pci. E’ una follia, quindi, andare a parlare di destra. Potrebbe avere, invece, uno spazio un’area liberale, ma non certamente un soggetto federato a destra».

Cosa ne pensa delle polemiche all’interno dei 5 Stelle?

«Non so se ci saranno due partiti. Forse non avranno spazio elettorale neanche per farne uno. E’, piuttosto, la dimostrazione che tra il Movimento 5 Stelle e le altre forze non c’è alcuna differenza. Non avendo una storia, una struttura alle spalle, ci sono dei semplici scontri di potere che lasciano il tempo che trovano».

Secondo Lavitola, chi sono i promossi e i bocciati di questi giorni?

«I promossi sono soltanto Draghi e Berlusconi e bocciati invece tutti i segretari dei partiti che non sarebbero all’altezza. L’altra grande bocciatura, forse quella maggiore, è stata per la presidente del Senato che ha insistito a volersi contare in un momento nel quale non c’erano proprio le condizioni per farlo. A differenza di quando si dice, non è stata costretta da nessuno. Mi risulta che una delle poche cose coerenti che è stata fatta dal centrodestra è stata proprio quella di sconsigliare alla Casellati di scendere in campo. Al contrario, ha insistito con veemenza, riuscendo ad avere il via libera. Questo suo modo di fare, però, ha creato una situazione di acrimonia nei suoi confronti anche da parte dei parlamentari dello stesso gruppo di Forza Italia. Tanti di loro, infatti, non l’hanno votata».

Oltre a Mattarella, quali le opzioni che sono state realmente possibili in questa elezione?

«Solo Berlusconi, non ne vedo altre. Tutti gli altri sono stati bruciati in pochissime ore. Si stava provando a ragionare intorno a Casini, che sarebbe stato un altro personaggio spendibile e di grande rilievo. Realmente, poi, non se ne è parlato, altrimenti sarebbe stato eletto».

Cosa succederà, invece, nel Partito Democratico dopo questa gestione da parte di Letta?

«Non credo più di tanto perché Letta è un segretario arrivato da poco, il Pd riesce ad assorbire gli scossoni ed ha le spalle forti per superare questi momenti. Forse ci sarà una resa dei conti tra gli ultimi renziani e le altre correnti. Un semplice assestamento, ma null’altro».

In quale forza, invece, ci saranno le più forti ripercussioni?

«Sono certo nella Lega. La leadership indiscussa di Salvini, finora incontrastata e che già da un po’ scricchiolava, sarà sempre più in discussione».

Chi potrà guidare, quindi, il centrodestra del futuro, considerando l’età di Berlusconi?

«I numeri porterebbero alla Meloni, ma in un Paese come l’Italia una forza di destra non può essere alla guida di uno schieramento. Oggi non credo ci siano neanche più le condizioni per il centrodestra».

E’ possibile ancora il grande centro?

«A mio parere sì! Bisognerà vedere cosa succederà alla legge elettorale. Sarebbe auspicabile che Renzi e Berlusconi si parlassero per fare un grande centro, tanto l’elettorato di destra già da un pezzo ha lasciato il Cavaliere, che invece viene visto come un soggetto moderato e più vicino a una sinistra riformista. Stiamo parlando di una forza garantista, che si occupa delle fasce più deboli della popolazione, della piccola e media imprenditoria. Sono battaglie politiche certo non di destra».

 

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