Non è mai facile parlare di una persona che ci ha lasciato all’improvviso.
Diventa ancora più difficile parlarne quando questa persona ha 44 anni ed è nato nella tua terra.
È complicato raccontarlo non tanto per tutti questi aspetti, forse scontati e banali, ma avverti che alla tua terra è stato strappato qualcosa di prezioso, e non sai spiegarti perché è successo, perché sia capitato così presto e cerchi, invano, di trovare una spiegazione. Ma una spiegazione, purtroppo non c’è. La morte è solo un pezzo della nostra esistenza per il quale ci danniamo e non possiamo far altro che accettarlo.
Libero De Rienzo era un giovane attore napoletano, di quelli che si impegnavano a fondo nel proprio mestiere cercando di farlo con onestà e semplicità, senza mai essere banale. I suoi ruoli erano sempre sorprendenti, non perché eccessivi o carichi di un pathos che ti aspetti da un attore blasonato. De Rienzo sceglieva quei film che difficilmente un attore più famoso avrebbe scelto di interpretare.
Noi napoletani lo ricordiamo, non solo perché nostro concittadino, ma anche per la sua interpretazione di Giancarlo Siani che ha lasciato il segno in tutti coloro che quel film l’ hanno visto, non solo perché emotivamente coinvolti in un atroce fatto di cronaca, ma per la somiglianza stessa con il giornalista ucciso che metteva un atroce dubbio nello spettatore: sembrava che fosse Siani ad interpretare se stesso.
Ed invece, questo nostro minuto attore che non ha mai cercato i clamori del red carpet perché aveva profondo rispetto del suo lavoro, pur rischiando sulla propria pelle con ruoli complicati e difficili, ma appaganti e sinceri, in FORTAPASC di Marco Risi ha dimostrato la sua immedesimazione con il giornalista de IL MATTINO ucciso in un agguato: è stato un lavoro che solo i grandi attori avrebbero avuto il coraggio di fare.
Coinvolto nella trilogia SMETTO QUANDO VOGLIO, interpretando uno degli improbabili spacciatori laureati che cercavano attraverso il male un riscatto ai propri sacrifici, ha dimostrato un’altra scelta non banale e che in pochi avrebbero fatto.
De Rienzo viveva a Roma da molti anni ma è tornato a Napoli per girare LA KRYPTONITE NELLA BORSA di Ivan Cotroneo, tratto da un suo stesso romanzo. E sorrideva e si divertiva alla grande nell’interpretare uno zio, un po’ sopra le righe, che sente nella Napoli degli anni ’70 una voglia di riscatto che non ci sarà, ma la leggerezza che trasmette allo spettatore non faceva altro che confermare le doti di un ottimo attore che purtroppo non c’è più, perché oltre ai ruoli impegnati era in grado di affrontare registri di recitazione ai quali non ci aveva abituato.
Amava la sua terra come pochi ed in molti lo ricordano a Procida per organizzare un festival nelle sale del carcere dell’Isola. Speriamo che la prossima capitale italiana della cultura faccia qualcosa per ricordare un cittadino che tanto ha amato quell’isola.
De Rienzo non c’è più e questo ci dispiace perché abbiamo perso tutti un attore di quelli da cui si può solo imparare, ma soprattutto, la nostra regione ha smarrito nel mare un altro prezioso diamante, e i gioielli, quelli belli, sono difficili da replicare.
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