La truffa del gas

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di Giuseppe Esposito-

Da che mondo è mondo le guerre hanno sempre gli stessi effetti sulla popolazione. Vi sono, da una parte, quelli che le subiscono e pagano un prezzo di sangue e di sofferenze  e, dall’altra, quelli che, per l’occasione, si arrischino oltre misura. Sono coloro che al tempo del primo conflitto mondiale erano definiti pescecani, ma a quei tempi erano categorie che facevano parte del tessuto del paese. Oggi quegli speculatori hanno acquisito una dimensione sovrannazionale e tra essi vi sono anche spesso degli stati.

A tal proposito ed in occasione del conflitto russo-ucraino, si sono verificati paradossi eticamente molto condannabili. Ma quando si parla di denaro, l’etica è messa a tacere, cosa risaputa fin dall’antichità, tant’è vero che i romani affermavano che “pecunia non olet”. Oggi quella locuzione vale per interi stati nazionali. Per guerra che, come tutti sanno, è stata scatenata da Putin, vi sono comunque grosse responsabilità delle amministrazioni USA che hanno provocato in tutti i modi la Russia, a partire dagli anni Novanta, subito dopo la caduta del muro di Berlino. Ma su questi aspetti tutti, ipocritamente, tacciono.

Questa guerra in cui siamo stati, nostro malgrado coinvolti, ci è stata presentata come una difesa della democrazia contro l’aggressività di una potenza oligarchica. Nessuno che si sia mai soffermato a chiedersi che tipo di democrazia fosse quella che governa l’Ucraina. In realtà, il paese che stiamo sostenendo al prezzo del collasso della nostra economia, è retto da una oligarchia simile a quella russa. Una oligarchia, dunque, quella dell’Ucraina, che ha abolito i partiti di opposizione e che ha condotto, a partire dal 2014, una guerra civile contro gli abitanti del Donbass russofoni e che ha dichiarato l’indipendenza delle due regioni, quella di Doneck e quella di Lugansk.

Ma lasciando da parte, per ora, questioni come questa, la narrazione imposta e basata sul pensiero unico dominante ha imposto a tutto l’Occidente la medesima risposta ai fatti ucraini. Si è voluto mostrare un Occidente compatto e coeso nel rispondere all’aggressione di Putin e si è deciso di appoggiare l’Ucraina inviando armi, sebbene il paese fosse stato, in precedenza, già pesantemente armato da USA e Gran Bretagna. Si è poi deciso di imporre alla Russia una serie di pesanti sanzioni, senza prima valutare quale impatto quelle sanzioni avrebbero acuto sui paesi che le decretavano. Si è ragionato come se l’Occidente fosse un monolite formato allo stesso modo in ogni suo punto. Ci si è dimenticati di rilevare che gli interessi dei vari paesi che a quell’Occidente appartengono, non sempre collimano: non sono uguali quelli americani con quelli dell’Europa, né, all’interno del vecchio continente i vari paesi hanno interessi coincidenti.

È pertanto accaduto che all’interno dei 27 paesi della UE vi siano stati paesi che da quelle sanzioni hanno tratto un vantaggio ed altri che sono prossimi al collasso del loro sistema economico. Tra i primi vi sono alcuni dei paesi cosiddetti frugali, tra i quali spicca, in particolare l’Olanda.

Essa, pur non essendo oramai più produttore di gas, è ben lieta di ingrassare grazie alla speculazione assurda condotta nella Borsa che ha sede ad Amsterdam e che gestisce il cosiddetto TTF, ossia il mercato virtuale in cui si specula sul prezzo dei combustibili, cosa che è stata favorita qualche decennio fa dalla liberalizzazione del mercato dell’energia: ancora e sempre il maledetto liberismo, il cancro del mondo attuale.

Sempre restando in ambito UE, troviamo l’acquiescenza di Bruxelles al comportamento dell’Ungheria di Orban, la quale pur facendo parte dell’Europa, si è rifiutata di applicare le sanzioni e continua ad acquistare il gas ed altri prodotti dalla Russia a prezzi di favore.

Ma fuori dall’ambito UE, in quello definito dall’Alleanza atlantica, ossia in seno alla NATO, vi è un’altra eccezione immorale ed è costituita dalla Norvegia, Paese che ha spinto decisamente per l’applicazione di sanzioni alla Russia e per lo stop agli acquisti di gas da quel paese. Ciò le ha permesso di diventare il fornitore privilegiato dei paesi del sud Europa, ai quali vende i gas ai prezzi fissati dalla borsa di Amsterdam, ricavandoci lauti extraprofitti e infischiandosene di aiutare quei paesi che fanno parte della stessa alleanza contro la Russia. Oggi, in questo modo, la Norvegia è divenuta uno dei paesi più ricchi del mondo, pur contando un esiguo numero di abitanti e condannando quelli del resto dell’Europa a rischiare il tracollo economico.

In base a tutto ciò è naturale chiedersi chi sieda a Bruxelles se non siano tutti asserviti al potere USA: nessuno che si sforzi affinché l’Europa assuma un suo proprio ruolo nel mondo, indipendente dalle influenze americane, ruolo che per importanza, per storia e per cultura le competerebbe. Purtroppo coloro che si trovano a guidare l’Unione Europea non sembrano essere all’altezza di simili visioni e ci stanno trascinando nel baratro.

Mala tempora currunt, sed peiora parantur e ciò nonostante i politici di casa nostra, alle prese con una sciagurata campagna elettorale si baloccano con temi lontanissimi dall’interesse del paese e dei cittadini elettori. Questi, a causa di una legge elettorale che è un vero scandalo, sono chiamati alle urne senza avere la possibilità di scegliere da chi farsi rappresentare, poiché tale facoltà è stata riservata alle segreterie dei partiti. Condizione peggiore non si può neppure immaginare e non ci resta che confidare nell’eterno stellone italico per salvarci.

 

 

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