La Serenissima ai piedi del Mo.S.E.

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Acqua alta 113 centimetri- di Claudia Izzo-

“Com’è triste Venezia se non si ama più”, cantava Charles Aznavour  ma, in realtà, la Serenissima è triste solo quando è in ginocchio, inghiottita dall’acqua che crea danni, disagi, morti.

Sono 113 i centimetri dell’alta marea che ha inondato la città, invadendo abitazioni, alberghi, chiese. Allagata la cripta di San Marco per danni incalcolabili. E i morti in questi giorni sull’isola Pellestrina, completamente allagata, sono due; un  uomo trovato senza vita nella sua abitazione, uno colpito da un fulmine.

20mila euro stanziati per i primi soccorsi agli esercenti, fino a 5mila ai privati. 140 netturbini e barche impegnati per raccogliere i rifiuti prodotti dall’acqua alta.Ma cosa determina tutto ciò? Alla base ci sarebbero fattori meteorologici, astronomici, l’abbassamento del livello del suolo e l’innalzamento del livello del mare. E a Venezia si sa, i danni si stimano dopo, quando il sale infiltratosi nelle porosità dei mattoni, dei marmi, delle strutture si asciuga , finendo poi per disgregarle. Gli allagamenti degli ultimi giorni hanno provocato 450 interventi dei Vigili del Fuoco: incubo riuscito, con la paura per l’incolumità delle persone e per i danni ai tesori che la città custodisce da secoli.

L’acqua alta di Venezia è sui giornali di tutto il mondo, perchè, unica, scrigno di storia e tesori architettonici, è una delle città più amate e conosciute. Chi non si è perso nelle sue atmosfere da Mille e una Notte, con i suoi palazzi tra drappi e marmi, chi non ha sognato  in ogni suo angolo?

Ma oggi, ancora una volta, la città deve fare i conti con la sua conformazione lagunare ed il pensiero vola al 1966 quando l’alta marea arrivò a 194 centimetri, inghiottendo Venezia , Chioggia ed altri centri vicini. Fu a seguito del fenomeno che  nacque una legge speciale per la salvaguardia della laguna.

E poi vi è il capitolo  MO.S.E. che richiama alla memoria l’episodio biblico del passaggio del Mar Rosso in cui Mosè divise le acque dando vita ad una strada asciutta per il popolo ebraico in fuga dall’Egitto. Ma di biblico non ha nulla, se non i tempi di realizzazione.

Si tratta della gigantesca opera ingegneristica, Modulo Sperimentale Elettromeccanico, la cui costruzione è stata avviata nel 2003 e che  dovrebbe essere pronto nel 2021. L’opera, in realtà un mix di ingegneria civile, ambientale, idraulica è costituita da una schiera di paratoie mobili a scomparsa, 78 per l’esattezza, indipendenti tra loro, che hanno il compito di  isolare la Laguna dal Mare Adriatico durante gli eventi di alta marea. Le paratoie saranno presenti alla porta di Lido , di Malamocco, Di Chioggia. Queste, in condizioni normali di marea sono adagiate nei loro alloggiamenti, mentre  in caso di alta marea si allungano fermando la marea in entrata in Laguna.

Ma è nel 2014, nell’ambito di una inchiesta della magistratura che  scattano 35 arresti e in 100 vengono indagati tra politici di spicco e funzionari pubblici; uno sporco gioco tra tangenti, fondi neri e false fatturazioni.Così l’ANAC , l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha proposto tre amministratori straordinari. E poi ancora 14 arresti, lo scandalo si ingrandisce. Nove i ricorsi rigettati dal TAR per un progetto contestato dagli ambientalisti, per gli alti costi di realizzazione e di gestione, con il rischio di ruggine e possibilità di cedimento strutturale, non dimenticando l’ inquinamento dell’habitat lagunare.

Che Venezia trovi la sua pace, a Mo.S.E.  piacendo…

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