«Non c’è più neppure una mosca a Milano?»
«No, neppure una mosca. Le abbiamo ammazzate tutte. È una cosa igienica, si evitano le infezioni, le malattie.»
«Eh, ma anche a Napoli abbiamo fatto la lotta alle mosche. Son tre anni che facciamo la guerra alle mosche.»
«E allora, come mai ci sono ancora tante mosche a Napoli?»
«Eh, che volete, signore: hanno vinto le mosche!»
Curzio Malaparte, Kaputt, 1943
Purtroppo, nonostante gli sforzi e le iniziative promosse nel corso del tempo, dopo quasi cent’anni, nel Meridione d’Italia e a Napoli in particolare, continuano a vincere le mosche perché la situazione è complessa e richiede uno sguardo attento alle numerose sfide che continuano a persistere nonostante gli sforzi compiuti nel corso dei decenni.
Qui oggi si continuano ad affrontare sfide legate alla gestione urbana, alla criminalità, alla disoccupazione, al lavoro in nero e alla mala sanità. Nonostante i vari sforzi e le iniziative messe in atto, infatti, le difficoltà persistono e le speranze di cambiamento sono frustranti: Napoli è una città ricca di storia e bellezze artistiche ma la gestione urbana è stata molto spesso inadeguata.
Il degrado delle infrastrutture è evidente in molte aree: vedi la tragedia di Scampia, quartiere popolare di Napoli dove il crollo di un ballatoio di collegamento nella Vela Celeste, cedimento dovuto all’incuria e all’assenza delle istituzioni, ha provocato
morti e feriti.
Per non parlare del problema ricorrente della gestione dei rifiuti che, nonostante gli sforzi per migliorare i servizi di raccolta e smaltimento, si registrano ancora episodi di cumuli di immondizia per le strade, soprattutto in quartieri come Scampia e Secondigliano. Tutto ciò non solo influisce sulla qualità della vita dei cittadini, ma ha anche ripercussioni sul turismo. Inoltre le problematiche legate alla povertà e all’esclusione sociale sono ancora molto accentuate. Napoli ha una delle percentuali più alte di famiglie a rischio di povertà in Italia. Le iniziative di welfare e supporto sociale, spesso, non riescono a coprire le esigenze di una popolazione in difficoltà ed è in questo contesto che è prosperato il lavoro nero e che la criminalità organizzata si è sempre più radicata nel suo tessuto sociale.
La disoccupazione nel Meridione è una delle più alte d’Europa. Molti giovani non trovano lavoro, altri si trovano costretti a emigrare per trovare opportunità lavorative, chi rimane, o non lavora o spesso si accontenta di lavori precari o in nero. Un esempio è il settore della ristorazione e dell’edilizia, dove il lavoro non dichiarato è diffusissimo. Secondo diverse stime, circa il 40% dei lavoratori in questi ambiti opera senza contratto, il che non solo danneggia l’economia locale, ma contribuisce anche all’assenza di tutele per i lavoratori.
Per non parlare poi del Sistema Sanitario nel Meridione, e in particolare a Napoli, che è molto spesso criticato per la qualità dei servizi offerti. Problemi come le lunghe liste d’attesa, la carenza di medici e personale sanitario e le strutture obsolete sono all’ordine del giorno. Sempre più spesso a causa delle lunghe liste di attesa molti pazienti devono aspettare mesi per accedere a visite specialistiche o interventi chirurgici, per cui spesso sono costretti a dover ricorrere a soluzioni private, il che contribuisce ad amplificare ulteriormente il divario economico e sociale.
In questo senso, sì, il giudizio di Malaparte può sembrare attuale: esprime una visione di lotta contro le avversità, che, nonostante gli sforzi, a Napoli in particolare e nel Meridione in generale, ancora prevalgono…