di Luigi D’Aniello-
In un mondo che corre, dove le tecnologie che ci connettono in tempo reale, molto spesso ci allontanano da relazioni più profonde, la solitudine è diventata una vera e propria compagna di viaggio.
Le persone si sentono infatti isolate, anche quando sono circondate da una folla: nelle società opulenti le interazioni tendono sempre più a diventare superficiali, limitate a messaggi veloci affidati ai social media.
Il vivere freneticamente, porta a ridurre sempre di più il tempo dedicato dalle persone a coltivare amicizie genuine e a costruire legami significativi, così, privi della vicinanza emotiva che caratterizza le relazioni faccia a faccia, si trovano a cercare nuovi modi per interagire e connettersi con gli altri.
Questa necessità ha portato alla creazione di surrogati come i companions, ovvero persone pagate per offrire compagnia e conversazione o la proliferazione di crying room, luoghi in cui andare proprio per piangere, fenomeno molto diffuso in Asia, dove abbondano crying pub con karaoke di musica triste.
Comunque questa tendenza non è esclusiva del Giappone perché in molte parti del mondo stanno emergendo servizi simili. A Madrid, infatti, si è aperto un sito “ La lloreria “ il cui titolo si rifà all’espressione popolare “ va a llorar a la lloreria” va a piangere nel posto per piangere, che indica i posti migliori in cui sfogarsi in solitudine.
Certo il pianto è un aspetto complesso e multifunzionale dell’esperienza umana, con implicazioni significative per la nostra salute emotiva e fisica. Accettare e comprendere il pianto come una risposta naturale può contribuire al benessere complessivo.
Nasciamo piangendo e continuiamo a farlo nel corso della vita per motivi diversi: si emettono lacrime per fattori ambientali, vento o polvere negli occhi e si piange per dolore, tristezza, per frustrazione ma anche per gioia.
Piangere non è una debolezza ma un atto liberatorio, infatti le lacrime non solo servono a lubrificare e proteggere gli occhi, ma piangere può aiutare a eliminare tossine accumulate nel corpo, contribuendo al benessere generale; libera neuro trasmettitori e ormoni come l’endorfina e la serotonina che riducono lo stress .
Attraverso il pianto le persone possono affrontare emozioni represse e iniziare un processo di guarigione e crescita personale. Può essere un primo passo verso l’accettazione di esperienze negative passate.
Si piange dunque, per varie ragioni, ma creare delle crying room dove piangere in solitudine, o pagare delle persone per poter fare shopping insieme o chiacchierare, ritengo che siano non solo scelte alienanti, ma anche molto desolanti perché la vita umana non è solitudine, ma condivisione.
Un dolore condiviso è un dolore dimezzato, una gioia condivisa è una gioia raddoppiata.