La Pillola del Lunedì: La concorrenza dei grandi centri commerciali e l’esplosione delle vendite online.

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di Luigi D’Aniello-

Negli ultimi decenni  le piccole attività commerciali a conduzione familiare, un tempo fulcro delle comunità urbane, hanno subito un drastico ridimensionamento. Questo fenomeno è maggiormente evidente nei centri delle grandi città dove storiche botteghe artigiane e negozi di quartiere sono quasi del tutto scomparsi,  lasciando spazio a catene di franchising e a grandi centri commerciali che con la loro vasta gamma di prodotti, prezzi competitivi e l’attrattiva di esperienze di shopping integrate, hanno trasformato il modo di consumare.

Infatti questi possono offrire vantaggi che le piccole attività non possono
eguagliare, come la comodità di essere in un’unica location, l’accesso a marchi noti e la possibilità di fare offerte promozionali più aggressive, attirando così un numero sempre maggiore di consumatori.

Ma ciò che ha contribuito ancora di più alla scomparsa delle piccole attività commerciali a conduzione familiare dal centro delle nostre città, è stato l’ascesa delle vendite online che ha cambiato radicalmente il panorama commerciale. Infatti piattaforme di e-commerce come Amazon, eBay e tanti altri offrono la possibilità di acquistare qualsiasi cosa da casa propria, con pochi clic, spesso a prezzi inferiori rispetto a quelli dei negozi fisici…

L’emergere di questa nuova modalità di shopping ha reso difficile per le piccole attività mantenere la propria clientela, costretta a competere non solo con l’offerta fisica delle grandi catene, ma anche con una vasta gamma di opzioni virtuali accessibili in qualunque momento.

A causa di tutto ciò, nella nostra città di Salerno, attività storiche come la libreria Internazionale,  Tessuti Caterina,  Sabbetta, Tolve, Rosamilia, Fancy, Tipografia Volpe, Pagano, Gravagnuolo, D’Urso, Boggi, Cavaliere, Martone, Arbiter hanno chiuso i battenti.

Comunque, la scomparsa di queste piccole attività non è stata solo una questione economica: dietro a ogni negozio familiare c’era e c’è una storia, una tradizione e un senso di comunità che si sta perdendo. Queste piccole attività non solo servivano e servono ai bisogni quotidiani dei residenti, ma spesso erano e sono anche spazi di incontro e socializzazione, contribuendo a creare un tessuto sociale ricco e variegato. La loro chiusura ha portato ad un’erosione della diversità commerciali e culturale delle città, trasformando i centri urbani in spazi omologati, privi di carattere e autenticità.

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