di Luigi D’Aniello-
Difronte al caso Boccia-Sangiuliano, dove la Boccia per un mancato incarico promessole dal Ministro della Cultura Sangiuliano, attraverso i social e senza un minimo senso del pudore ha reso pubblica la loro relazione “affettiva” (?): mi chiedo se esiste ancora il pudore e quale valore abbia oggi.
Il concetto di pudore ha subito un’evoluzione significativa nel corso della Storia. Nelle civiltà antiche, come quelle greca e romana, questo era spesso associato al rispetto per le divinità e per le norme sociali. Infatti, nelle società greche, il concetto di “aidos” rappresentava un senso di rispetto e modestia, in particolare nell’ambito femminile. Le donne, in particolare, erano incoraggiate a mantenere un comportamento riservato e decoroso.
Nel Medioevo, con l’avvento del Cristianesimo, il pudore assunse un nuovo significato perché la religione enfatizzò la purezza e la castità, specialmente nelle donne. Il corpo divenne un tema di contesa tra il desiderio terreno e l’aspirazione spirituale. Le norme di comportamento e abbigliamento divennero più rigide, e il pudore venne visto come una virtù da coltivare per avvicinarsi a Dio.
Durante il Rinascimento, si assistette a un certo recupero della corporeità e della bellezza estetica, ma il pudore continuò a essere una questione importante, soprattutto nelle rappresentazioni artistiche. Le donne erano spesso ritratte in pose che esprimevano sia sensualità che modestia.
Durante il XVIII e XIX secolo, il movimento romantico valorizzò l’emozione e l’individualismo, ma il pudore era ancora visto come una qualità virtuosa, specialmente nel contesto della borghesia emergente. La donna borghese doveva incarnare la modestia e la riservatezza.
Il XX secolo, con liberazione sessuale degli anni ’60 e ’70 superò le tradizionali concezioni di pudore e portò ad una maggiore apertura riguardo alla sessualità e all’espressione individuale. Quindi si può dedurre che tradizionalmente, il pudore era stato associato all’idea di riservatezza, decoro e modestia, sia nei comportamenti che nell’abbigliamento ed aveva una funzione sociale ben definita, contribuiva a mantenere la moralità collettiva. Poi, col passar degli anni, abbiamo assistito a un cambiamento radicale nei modi di pensare e nell’espressione individuale.
Tutto ciò è stato influenzato da diversi fattori tra cui movimenti come il Femminismo e l’avvento dei social media.
Infatti il Femminismo con la lotta per i diritti civili e i cambiamenti nei costumi sociali hanno messo in discussione le norme tradizionali relative al corpo, alla sessualità e alla rappresentazione di sé, mentre con l’avvento dei social media, le persone hanno acquisito piattaforme per esprimere se stesse in modi sempre più visibili e audaci.
La condivisione di aspetti privati della vita, compresi quelli intimi, è diventata la norma per molti, riducendo così il significato di pudore. Inoltre la pubblicità e i media per attrarre l’attenzione, molto spesso hanno fatto leva su immagini e contenuti sessualmente espliciti contribuendo così a normalizzare l’esposizione del corpo e a sfumare i confini del pudore.
Per non parlare dei notevoli cambiamenti avvenuti nel mondo della musica, dello spettacolo e dell’arte dove l’esposizione di parti intime è diventata sempre più esplicita. Un esempio è l’opera dell’artista inglese Jamie McCartney che con il suo “muro di vagine” ancora oggi continua a stupire e a scandalizzare migliaia di persone.
In conclusione, il pudore, oggi, ha subito una metamorfosi che riflette i cambiamenti culturali, sociali e tecnologici del nostro tempo. La sua evoluzione suscita interrogativi sull’identità, la libertà individuale e i valori collettivi, ed è un’occasione per riflettere su cosa significa per ciascuno di noi vivere in una società in costante cambiamento. Comunque il pudore come la buona educazione non possono essere insegnate, sono innate.