-di Antonino Papa
C’era una volta… un sentimento, vero e sincero, definito amicizia che avvicinava le menti degli umani connettendoli tra loro in sane e civili relazioni che duravano nel tempo. In nome dell’amicizia, infatti, si era disposti a rinunciare ad una parte di se stessi, a supportare la persona più vicina nel momento del bisogno e, soprattutto, a risolvere eventuali dissapori attraverso confronti civili anche se la si pensava diversamente.
Oggi, all’alba dell’era delle intelligenze artificiali, gli spazi per questo innato valore, a mio avviso cardine per le relazioni tra umani, si sono ridotti a tal punto da comprometterne la sopravvivenza; è proprio così: l’amicizia è diventata una “risorsa” in via d’estinzione e, purtroppo, le famigerate transizioni (che in nome del Dio denaro stanno cancellando secoli di storia e distruggendo intere popolazioni) non risparmiano neanche quelli che fino ad oggi abbiamo definito valori.
Un valore, comunemente definito umano, è tale se ha spazio e tempo, ovvero un perimetro all’interno del quale esistere ma… come abbiamo constatato assuefacendoci a ciò che ci piace definire progresso tecnologico, con l’avvento degli smartphones, dei social e dei nuovi modi di comunicare, come Facebook, WhatsApp, iMessage, Telegram e così via (che avrebbero dovuto favorire l’amicizia), le “modalità di espressione” di questo valore (o sentimento) sono mutate a tal punto da non suscitare più emozioni.
E quando non si ricevono emozioni o sensazioni da una fonte, sia essa un brano musicale, una mente o un’immagine, la fonte stessa diventa per noi sterile, ossia morta.
Quanto innanzi esposto non è altro se non la dinamica del progresso che, come un fiume in piena, sta abbattendo con silenziosa violenza tutti i pilastri sui quali è stata edificata l’umanità, soprattutto valori, sensazioni, mente, anima e cuore che sono “fonti di riflessione, di confronto ed inducono la mente ad usare la logica”; fenomeni che le nuove lobbies che governano il mondo non vogliono perché un umano che ragiona e che ha delle emozioni è un “pericolo per il bene delle comunità”.
E così, con questo pretesto, e con l’imposizione della vita digitale stanno scomparendo, assorbiti da memorie al silicio, display OLED e microchips, anche i valori umani ed etici perché non hanno più i citati spazi e tempo di cui cibarsi, ovvero le relazioni umane dirette, incroci di sguardi e comprensione reciproca.
Quante volte vi è accaduto di non avere il coraggio di comunicare qualcosa di persona e lo avete fatto digitalmente? Ecco un classico esempio in cui l’amicizia viene sminuita ad una semplice conoscenza.
Naturalmente ciò non criminalizza i social e quant’altro perché i vantaggi apportati, soprattutto per restringere le distanze, vanno in ogni caso sottolineati… ma non se si è a 500 metri di distanza e ci si parla tramite sms, ci si fidanza su Facebook e ci si lascia tramite Telegram…!
Fortunatamente per ogni legge, o regola, esistono delle eccezioni ed una di queste è una splendida storia di amicizia che dura da oltre 40 anni grazie alle menti pensanti di un gruppo di rivoluzionari che hanno conservato nel tempo uno dei beni più preziosi che la vita può donare, proprio l’amicizia senza accettare passivamente le imposizioni dell’era di internet e della globalizzazione.
Questo gruppo di amici dura dei tempi del liceo, nei lontani anni ’80 (quando non esistevano neanche i telefoni “cellulari”), ed è sopravvissuto a tutte le catastrofi digitali del pianeta grazie ad innate doti di spirito critico in ognuno di essi, capacità di confronto, e soprattutto etica: gli Amici della VB del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Salerno cui mi onoro di appartenere.
Un esempio di utilizzo del progresso e della tecnologia per mantenere in vita un sacro valore e non per cancellarlo, considerando che non tutti vivono nello stesso luogo è proprio attraverso WA che ci si tiene in contatto argomentando su vari temi, mai banali, attraverso i quali stimolare il desiderio di apprendere gli uni dagli altri ed allo stesso tempo esprimere la propria opinione, fosse anche una contro tutti.
Come accade in tutti i consessi non mancano discussioni serrate, intense ed a volte anche a “muso duro” ma sempre all’interno dei limiti della civiltà e del rispetto per le idee altrui; un gruppo eterogeneo di donne e uomini che hanno intrapreso vite e strade diverse, lavoratori e professionisti di ogni genere, artisti, umanisti e menti scientifiche ma soprattutto un gruppo di umani che sopravvive all’era dei robot.
Non mancano, naturalmente, i meeting in persona che non amo definire rimpatriate perché non ci si è mai realmente lasciati; la nostra amicizia è stata sempre un costante divenire, si è trasformata, è progredita e non si è mai estinta e ciò è un rarissimo esempio se soltanto si pensa a quanti amici si sono persi per futili motivi, per aver chiesto supporto in momenti di necessità, per invidia o gelosia e molto altro.
Non consentite che le emozioni vengano sopraffatte dai microchip, l’amicizia è una risorsa prima ancora che un valore; ed oltretutto entrate nell’ordine di idee che mantenere un’amicizia richiede impegno e sacrificio ed il primo nemico da abbattere è l’ozio della mente cui il progresso ci sta spingendo.
Una bella storia, grazie in primo luogo a chi ci ha lasciato, purtroppo, prematuramente ed alle cui famiglie sono rivolti i nostri costanti pensieri ed un immenso abbraccio; grazie a chi conserva intatto da quasi mezzo secolo un valore fondamentale per l’intera umanità.