di Giuseppe Moesch-*
L’amministrazione municipale di Napoli, sensibile alle necessità e ai desideri del popolo, ha voluto dare una prospettiva interessante per il futuro della città.
Superate le vicissitudini del triste passato che erano state rappresentate in Piazza Municipio, davanti al Maschio Angioino, dalla Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto, passato che qualcuno però ha deciso di cancellare dandogli fuoco, ha deciso di dare un segnale positivo pur mantenendo alto il livello culturale ricordando la figura di Pulcinella.
L’aulico concetto della vicinanza semantica per estensione, espresso dalla sineddoche, ha condotto all’istallazione della ormai famosa opera d’arte dell’artista Gaetano Pesce. L’erezione dell’installazione, la cui durata prevista durerà ben più di due mesi, alta oltre 12 metri, ricorda, con il suo copricapo ovvero il berretto della maschera napoletana, i desideri del popolo, fortunatamente senza distinzioni di genere – quindi anche politicamente correct – con l’aggiunta di un sottile riferimento ad alcuni libri sacri per alcune minoranze, nei quali sono previste simili beatitudini nell’aldilà.
L’installazione originale era alta solo 255 cm e larga 90 cm, ma l’aura e l’aria della nobile città ha fatto il miracolo dello sviluppo del manufatto che però, come spesso accade, ha bisogno di essere adiuvato per mantenere la sua postura, di un supporto di due cavi ricoperti di fiori, forse quelli inviati prima, alla cui base due quasi sferici cuori rossi trafitti, caduti e staccati dalla sede originale.
In realtà l’oggetto è una risposta ai critici che continuano a reclamare che i politici non fanno molto per il popolo, forse anche meno, ed ecco giungere la pronta risposta: “Questo è per voi”.
*già Professore Ordinario presso l’Università degli Studi di Salerno
Fotografia di Luigi D’Aniello.