Enzo Mari: l’ultimo saluto a uno dei più grandi designer d’Italia.

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E’ venuto a mancare, per complicanze dovute al Covid-19, Enzo Mari: l’uomo che ha dato una forte impronta evolutiva, soprattutto negli anni ’60 e ’70 dello scorso secolo, al design non solo italiano ma anche mondiale. Nato a Novara 88 anni fa, frequentò l’Accademia di Brera negli anni ’50 dove già allora sviluppò un modo tutto personale di realizzare oggetti di design con particolare attenzione agli aspetti funzionali della vita quotidiana, da profondo conoscitore delle esigenze sociali. Oltre che un grande designer, Mari è stato infatti un vero e proprio psicologo dell’uomo, dei sui movimenti, della sua vita e delle sue esigenze più frequenti. Per lui l’oggetto di design non poteva essere soltanto bello ma doveva avere una precisa e specifica “funzionalità”. E’ stato per molti anni parte integrante delle varie correnti culturali e avanguardistiche milanesi partecipando, di fatti, al gruppo dell’Arte Cinetica, in primis, e poi a quello dell’Arte Pogrammata. Ha collaborato col gruppo progettuale di designers e architetti dell’azienda italiana Danese che ha avuto fin dalla metà del XX secolo un importante ruolo nella diffusione del design italiano, lavorando anche con Bruno Murani, uomo di grande talento e mente artistica. Altra azienda con la quale ha espresso il suo talento è stata Driade, gradissimo marchio per l’arredamento e il design italiano. Ha collaborato, ancora, con altre aziende come la milanese Zanotta, molto importante nell’ambito dello studio e dell’evoluzione dell’arredamento, o ancora la Zani&Zani che studia la funzionalità dell’oggettistica per cucina e, in ultimo, con la Rexite società che si occupa di arredamento con un suo slogan molto particolare: “Semplice ma non banale, originale ma non bizzarro”. Enzo Mari, nel corso della sua lunga carriera, ha realizzato centinaia di opere tra disegni, opere d’arte, modellini libri e cataloghi. E’ stato anche vincitore di ben 5 “Compasso d’Oro”, un premio assegnato dall’Associazione per il disegno industriale con il fine ultimo di valorizzare la qualità del design italiano. Le sue opere godono di fama sia in ambito italiano che in ambito mondiale. Molte di esse sono esposte al MoMA di New York, al Moderna Museet di Stoccolma, nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma fino al Museum di Amsterdam. La morte di Mari è stata annunciata da Stefano Boeri, Presidente della Triennale di Milano, la quale ospita una Mostra dedicata proprio al grande designer appena spento e curata da Hans Ulrich Obrist e Francesca Giacobelli, aperta dal 17 Ottobre al 18 Aprile. Tra le sue numerosissime opere ricordiamo la sedia Tonietta della Zanotta, realizzata nel 1985 con struttura in lega di alluminio lucidato o verniciato in nero, con la quale l’artista Mari ha inteso realizzare un elemento necessario della vita quotidiana attraverso un disegno il più semplice ed essenziale possibile! Il sedile e lo schienale sono in propilene rivestito in cuoio con una ampia gamma di scelta di colori. L’opera ottenne nel 1987 il prestigioso Compasso d’Oro con la seguente motivazione “Per la grande lezione di stile e di cultura espressa nella realizzazione di questa sedia, con l’intenzione di richiamare alla memoria un archetipo, senza imitare banalmente gli elementi morfologici”. Altro oggetto di design realizzato nel 1963 è il famoso Formosa Calendario Perpetuo da parete, produzione Danese. Esso è costituito da una base in alluminio che fa da supporto a fogli mobili in PVC che definiscono la data, un oggetto bello, semplice e senza tempo. Altra stravagante realizzazione è il portaoggetti-centrotavola Putrella disegnato nel 1958. Di forma espressiva essenziale, esso è in ferro verniciato trasparente, di cui si realizzano non più di 100 esemplari all’anno, sempre di produzione aziendale Danese.

Nel 1972 disegnò per l’Azienda Driade la sedia Sof Sof. Elegante, essenziale e ancora oggi attuale, la sedia è costituita da 9 anelli in tondino di acciaio che formano il piano dello schienale e quello della seduta, il tutto ricoperto da due cuscini che si collegano alla sedia mediante un’apposita tasca di cui gli stessi sono dotati. Altro particolare oggetto è il Tavolo Frate Driade, realizzato per la prima volta nel 1973, la cui struttura è in profilati di acciaio verniciato di colore nero antracite collegati con una trave di legno massello di faggio, il piano è in vetro temperato. Una riflessione dello stesso artista definisce la sua opera nell’ambito della creatività e del design: “Io amo lavorare solo per chi dimostra vera passione per il progetto. Come si fa a riconoscere chi ha questa passione? Prima di tutto chiedendosi se quel determinato committente metterebbe nella propria casa l’oggetto progettato. Un progetto è innovativo quando porta una novità nella tecnologia o nel linguaggio. Questo risultato si raggiunge lavorando all’interno di un’azienda, perché per fare un buon articolo si deve sbagliare, rifare. Devi sbatterci la testa sopra per anni. Con queste premesse, sfido chiunque a creare una sedia nuova e sfido chiunque a contestare quello che sto dicendo, per far design occorre un bagaglio di conoscenze, oltre che grande esperienza: a differenza della fotografia o della scrittura, che si possono esercitare con passione anche in solitudine, il design si nutre di progetti realizzati con le aziende”. Un triste destino ha unito Enzo Mari e la moglie Lea Vergine, morta anch’essa 24 ore dopo sempre per Covid-19. Di origini partenopee Lea è stata per più di 50 anni parte integrante della vita di Enzo Mari. Donna di carattere e temperamento fortissimi, anticonformista e pungente critica d’arte, ha collaborato per diversi quotidiani e settimanali.

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