
di Claudia Izzo-
L’applauso dei fedeli è stato ancora più commosso in questo duro periodo di pandemia, così, innanzi a 450 fedeli riunitisi in prima mattinata nel Duomo di Napoli, con altri 200 sul sagrato, il miracolo di San Gennaro si è ripetuto, il sangue del Santo si è sciolto, ancora una volta, nel giorno del suo martirio. Il miracolo si ripete tre volte l’anno, la prima domenica di maggio, data della traslazione del corpo, 19 settembre giorno del suo martirio, e 16 dicembre da quando nel 1631 i napoletani chiesero ed ottennero l’intervento del Santo per scongiurare una violentissima eruzione del Vesuvio.
L’annuncio di monsignor Domenico Battaglia, è arrivato al cuore di tutti e i napoletano hanno tirato un sospiro di sollievo, il miracolo è foriero di buona sorte.
Assistere al miracolo ti fagocita nel cuore di Napoli, ti fa sentire parte integrante di quel tutto che o si ama o si odia, di quella città dalle mille sfaccettature e contradizioni ma che pulsa sempre attraverso il suo cuore grande. E sotto il Vesuvio, in città, San Gennaro protegge la sua gente, perchè san Gennaro è Napoli, San Gennaro è la sua gente.
Non ne volle sapere il Santo dipinto dall’artista Jorit persino sulla facciata di un palazzo a Napoli, di regalare il suo miracolo nel 1939, anno dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale; nel 1940, anno dell’entrata nel conflitto mondiale dell’Italia; nel 1943, anno dell’occupazione nazista; nel 1973, anno dell’epidemia del colera; nel 1980 anno del terremoto ed ultimamente, neanche ne maggio 2020, anno della pandemia da Covid 19.
Questo legame viscerale tra il Santo e la sua città nasce nel 305 quando, alla Solfatara di Pozzuoli, il vescovo cristiano diviene martire, venendo decapitato durante le persecuzioni dei cristiani da parte dell’Imperatore Diocleziano. Qui, il suo sangue fu raccolto nelle ampolle custodite oggi nella cassaforte della Cappella del Tesoro del Duomo. San Gennaro è il Santo che protegge il suo popolo che cercava rifugio nel bisogno, nelle catacombe di Capodimonte, dove erano inizialmente collocate le sue reliquie, catacombe che furono poi chiamate “di San Gennaro”.
E’ dunque San Gennaro il Santo capace di “ridar vita” al suo stesso sangue, e rinnovare se stesso e l’amore per Napoli e per l’umanità.
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