salernonews24Sport- di Emanuele Petrarca-
10 maggio 2021, ore 16:00: il signor Alessandro Prontera della sezione di Bologna mette il fischietto in bocca e decreta la fine di Pescara-Salernitana (con i granata vittoriosi 0-3) e, in maniera ancora più significativa, pone fine al campionato 2020/2021 di Serie B dando il chiaro verdetto che quest’ultima giornata ci ha consegnato: la Salernitana, forte del secondo posto conquistato, è ufficialmente una delle 20 squadre che parteciperanno alla Serie A del prossimo anno.
Esattamente 23 anni dopo, Salerno riscrive la propria storia calcistica e lo fa con un gruppo di ragazzi verso i quali nessuno, ai nastri di partenza, avrebbe dato fiducia per tale traguardo e grazie ad un uomo, Castori, che si riconferma un traghettatore e un motivatore di enorme spessore tattico e caratteriale, capace di centrare un obiettivo storico che ha dell’incredibile.
Ci sarà tempo per mettere in ordine tutte le questioni burocratiche dovute alla presidenza di Claudio Lotito e Marco Mezzaroma, con il patron della Lazio che non potrebbe, attualmente, avere due società in Serie A, ma oggi, l’unica sola cosa da fare è godersi la festa tra le strade di Salerno che tornano ad essere colorate di granata.
Quello della Salernitana e della Salerno calcistica è stata una scalata faticosa, che ha radici ancor più lontane del semplice inizio della trionfale cavalcata di quest’anno. Il nuovo capitolo granata vede i suoi albori esattamente all’inizio di questo secolo, dopo la retrocessione in Serie B nella seconda partecipazione assoluta nella massima serie.
Un viaggio che è sembrato lungo una vita e che ha attraversato, per due volte, la più difficile delle fasi. La voglia di ricostruire una Salernitana vincente ha lasciato il posto all’amarezza di una doppia e dolorosa rifondazione con i fallimenti societari del 2005 e del 2011 che hanno avvilito la storia calcistica della città costringendola a ricostruire la propria cavalcata dalle leghe minori.
Dalla Serie D alla Lega Pro, passando per il ritorno in B con tante aspettative e poche, pochissime gioie con promesse disattese e una nervosa attesa di riscatto che sembravano distruggere il forte legame tra squadra e città. Ma poi, è arrivata quest’incredibile stagione.
La presidenza più contestata di tutte e la squadra, sulla carta, meno competitiva di tante altre, riescono nell’impresa di rendere onore alla storia di Salerno e ridonano alla città l’orgoglio di essere granata e l’orgoglio di essere Salernitani.
Per la terza volta, nella propria storia, la Salernitana è in Serie A. Giocherà sui campi più importanti d’Italia e ospiterà all’Arechi l’élite del calcio nostrano tra cui la Juve, le milanesi, le romane, il bellissimo derby contro il Napoli e tanto altro.
È la vittoria di Castori, leader indiscusso della cavalcata di quest’anno e allenatore in grado di spingere i propri ragazzi a dare quel 20-30% in più, che ha permesso ad una squadra di modesta caratura di avere concreti ideali tattici che l’hanno permessa di diventare un rullo compressore.
È la vittoria di Tutino che in campo si è dimostrato assolutamente geniale nelle sue giocate, nei suoi gol (13) e nei suoi preziosismi che lo consacrano come MVP della propria squadra e possibile sorpresa del campionato di Serie A.
È la vittoria di Dziczek che è passato dalla tragedia con l’Ascoli alla promozione, seppur non da protagonista; di capitan Di Tacchio che torna in Serie A con l’esperienza e la qualità per diventare un perno importante della massima serie italiana; di Casasola, Andre Anderson, Leonardo Capezzi e Luka Bogdan, giocatori dal rendimento sempre alto e decisivo; di Cedric Gondo e Milan Djuricic, attaccanti a volte discontinui, ma pur sempre decisivi; di Gyomber e Belec, stakanovisti che hanno dato esperienza ad un gruppo giovane.
Tanti, troppi, sarebbero gli interpreti da citare, ma tra questi va dato atto al presidente Mezzaroma e a Claudio Lotito di aver creduto in un progetto rivelatosi vincente e di aver conquistato, sul campo e con tanto sudore, la terza promozione in Serie A della storia del club.
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Oggi, il popolo granata festeggia e guarda tutti dall’alto, perché, 23 anni dopo e nello stesso giorno, la Salernitana è diventata una squadra da Serie A e Salerno è pronta ad ospitare delle magiche domeniche nell’olimpo del calcio italiano.
Nelle immagini di Sergio Del Vecchio, i tifosi granata innanzi allo Stadio Vestuti, a Salerno