
di Pierre De Filippo-
“Chiediamoci cosa può fare lo Stato di fronte alla rivoluzione digitale e energetica o allo choc che investe l’automotive, che deve uscire dai modelli endotermici tradizionali. Invece diamo soldi ai miliardari per ristrutturare le loro quinte case delle vacanze. Ride tutto il mondo […]. Se ci sono decine di miliardi per ridisegnare le filiere industriali, bene. Ma in caso contrario, che stiamo facendo? Droghiamo certi settori e ne lasciamo a languire altri, quelli strategici per l’Italia?”.
È sconfortato il Ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti che, però, riceve la pronta risposta del suo leader di partito, Matteo Salvini: “Il superbonus è uno strumento assolutamente efficace e stiamo lavorando per rinnovarlo aumentando la possibilità di cessione del credito…”.
“Non è che l’edilizia non funziona senza superbonus. Chi più tuona sul superbonus, sulla necessità che le frodi non contino (leggasi Cinque stelle) e che si vada avanti lo stesso, sono quelli che hanno scritto la legge che permette di fare lavori senza controlli”, dice categorico Mario Draghi in conferenza stampa.
Il superbonus ha qualche problema, pare di capire. Secondo il Ministro Franco avrebbe comportato le truffe “tra le più grandi che questa Repubblica abbia mai conosciuto” e chi conosce la nostra storia sa che, benedica, di truffe, ruberie e malversazioni non ne sono mai mancate.
Lo aveva già detto il Premier nella conferenza di fine anno, evidenziando a proposito del superbonus due problemi, due inconvenienti: il primo rappresentato dall’aumento del costo degli interventi – visto che paga lo Stato, anziché mille una determinata componente o un determinato lavoro costa duemila – e poi le frodi, essenzialmente legate alla «cessione del credito».
L’Agenzia delle Entrate, vituperatissima, a fine anno aveva contabilizzato il 4,8 miliardi i crediti edilizi bloccati perché manifestamente il prodotto di un imbroglio.
Emblematico è il caso di un uomo, proprietario di un’azienda che dichiarava capitale sociale pari a 100€, un 2020 con zero fatture emesse ed un 2021 da sogno, con crediti fiscali pari a 235milioni. Era benestante quest’uomo? No, il suo ultimo reddito dichiarato risulta quello versatogli dal carcere di Civitavecchia, presso il quale era in vacanza per narcotraffico.
In molti casi, però, non tutto inizia e finisce nell’improvvisazione del genio italico; spesso dietro c’è la malavita organizzata che lucra sulle debolezze dello Stato.
Già in manovra, il governo aveva tentato di porre un freno alla proliferazione indiscriminata di questa sorta di moneta fiscale che, ormai, viaggiava nel Paese senza controlli né limitazioni attraverso l’imposizione del tetto di 25.000€ del valore Isee.
Le forze parlamentari s’erano compattate come mai prima per difendere la misura, spiegando che l’incentivo serviva a rafforzare il mondo dell’edilizia facendo ripartire l’economia del mattone e che, quindi, non era necessario stare lì a guardare il pelo nell’uovo se a ristrutturar casa fosse – per citare Giorgetti – il miliardario con la casa delle vacanze o il condominio da rendere efficiente da un punto di vista energetico.
Dunque, Draghi se l’è presa coi Cinque Stelle che, per bocca di Fraccaro, gli hanno risposto che no, non è vero, le norme da loro prodotte prevedono controlli, limitazioni e sanzioni.
Giorgetti ha parlato con chiarezza ed è stato subito rimbrottato da Salvini, terrorizzato dall’idea di poter togliere qualche centesimo agli italiani. Renzi ha colto la palla al balzo per attaccare nuovamente Conte ed il suo governo e Calenda gli ha fatto notare che, di quel governo, faceva parte anche lui. “Io non c’ero e se c’ero dormivo? Anche no”.
Quanti guai che combina la politica.
E, però, qui c’è da fare anche un altro ragionamento, che poi è sempre lo stesso che facciamo ogni volta: i politici avranno anche “sbagliato a scrivere le leggi”, non c’è dubbio, siamo consapevoli ed abituati. Questo vale, in verità, per la cessione del credito, per aver avallato i lavori edilizi in quanto tali e non in un’ottica di aiuti a chi più aveva bisogno.
Non vale e non può valere per l’aumento dei prezzi della componentistica e del lavoro; un cittadino, un imprenditore, un artigiano serio questo ragionamento non lo fa, non lucra su una opportunità che lo Stato sta dando. Ne approfitta, se ne serve, lo sfrutta nei limiti del giusto, del necessario.
Lo Stato ha commesso un grave errore, è vero: col superbonus al 110% – una fesseria da mai più ripetere – ha creduto di avere a che fare con gente seria, con gente operosa, con gente corretta.
S’è dimenticato di avere a che fare con gli italiani brava gente, quelli che si credono sempre più furbi degli altri.
Pare che un giorno Mussolini abbia detto: “governare gli italiani non è impossibile, è inutile”.
Forse, su questo, aveva ragione!