
“Audere et Innovare” – di Sergio De Vecchio-
“Audere et Innovare” è il titolo della XII edizione del Premio Best Practies per l’Innovazione svoltosi nella splendida location della Stazione Marittima di Salerno, dell’architetto anglo-irachena Zaha Hadid. In questa edizione 109 storie di innovazione, 98 progetti in gara da 14 regioni d’Italia.
Nell’ambito della manifestazione ne parlo con l’Ing. Edoardo Gisolfi, Presidente Gruppo Servizi Innovativi e Tecnologici Confindustra Salerno, Coordinatore Premio Best Practies per l’Innovazione.
-Quali sono le impressioni su questa edizione 2018?
“Come sapete il premio nasce nel 2006, 12 anni di storia. E’ organizzato dal Gruppo Servizi Innovativi e Tecnologici di Confindustria Salerno, ma negli ultimi tre anni è co-organizzato anche con il Gruppo Giovani e con il Gruppo Piccole e Medie Imprese.La manifestazione è cresciuta sempre più, lo dimostrano i numeri di quest’anno: ben 13 tappe del tour nazionale, dalla Sicilia al Piemonte; 14 Regioni presenti, inclusa la Campania; 109 storie di innovazione; 98 progetti in gara più 11 case history, casi di eccellenza di aziende start up che hanno partecipato alle precedenti edizioni ed oggi sono diventate realtà consolidate. Un esempio su tutti è “Buzzoole, che partecipò al premio cinque anni fa, ed ora è stata menzionata anche sul Sole 24 ore come la start up che ha avuto la maggior crescita negli ultimi tre anni, passando da circa 160 mila euro di fatturato nel 2014 a quasi 5 milioni di fatturato nel 2017, con l’apertura di una sede a Londra ed una a New York.”
-Un premio nato a Salerno, ma conosciuto ovunque…
“Il premio nasce a Salerno, ma è ormai diventato patrimonio di tutto il sistema Confindustriale nazionale, tanto è vero che abbiamo anche il patrocinio del CSIT e CNCT, che sono gli organi nazionali del Gruppo Servizi. Enorme anche la presenza dei visitatori. Crediamo che nella due giorni siano circolate almeno 1.500 persone negli spazi della stazione marittima. Non dimentichiamo i giovani, il punto di forza della manifestazione è la contaminazione che cerchiamo di fare da 12 anni, mettendo insieme aziende, start up, mondo della ricerca, spin off universitari, venture capital, fondi di investimento per creare un confronto di idee fra i vari attori e far sì che si instaurino veri e propri rapporti di collaborazione spontanei.
Così molte start up hanno trovato i fondi, non da piattaforme di crowdfunding, ma da aziende che hanno partecipato all’edizione ed hanno avuto modo di lavorare assieme. Le start up devono essere viste come vettori di innovazione per aziende che non fanno Ricerca & Sviluppo al proprio interno. Sono un po’ critico sul fenomeno start up come viene inteso oggi. Quando abbiamo iniziato noi, anni fa non se ne parlava quasi, ora è divenuto un fenomeno di moda. La start up non è una moda, è una possibilità di portare innovazione all’interno dell’azienda che non investe con un proprio reparto di R&S. Sempre per i giovani, mi preme sottolineare che quest’anno abbiamo replicato l’Hakathon con l’Università degli Studi di Salerno, i partecipanti sono passati da 45 dello scorso anno a 70 di questa edizione presentando i loro progetti alle aziende. Si tratta sia di un momento formativo importante per loro, che di un possibile sbocco occupazionale.
Ad esempio, l’anno scorso dei 45 partecipanti, quattro ragazzi furono assunti da altrettante aziende. In più quest’anno abbiamo inserito al piano superiore un laboratorio artigiano digitale, con il partner Medarc, che è lo stesso che si è occupato dell’apertura del C.A.D. (Centro di Artigianato Digitale) a Cava de’ Tirreni. Un vero e proprio laboratorio di produzione digitale, con stampanti 3D, bracci antropomorfi e varie altre attrezzature, visitato in questa due giorni da oltre 200 studenti di scuole superiori ad indirizzo tecnico e professionale, che hanno anche potuto fruire di quattro laboratori sull’Artigianato Digitale per capire come funzionano queste nuove tecnologie.A parte i numeri, la qualità dei progetti è stata molto alta, infatti i due Comitati Tecnici hanno avuto difficoltà ad individuare le aziende e le start up da premiare”.
– Si pensa già alla prossima edizione?
“Questo è un evento che richiede un lavoro di otto/nove mesi, da aprile a dicembre. Dopo questa maratona dell’innovazione ci prendiamo qualche giorno di riposo e poi ci riuniremo con il gruppo di Confindustria per tirare le somme e per capire le cose che sono andate bene e quelle da migliorare, anche se la manifestazione nel suo complesso è andata benissimo, poi da gennaio cominceremo a pensare alla XIII edizione”.