Intercettazioni moleste

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di Michele Bartolo-

E’ proprio il caso di dire “ Chi di spada ferisce, di spada perisce”.

Si è spesso  attaccata la magistratura in ordine all’uso distorto e sovrabbondante fatto delle intercettazioni, tanto da costituire un cavallo di battaglia di buona parte della politica nostrana per mettere in discussione la stessa indipendenza e terzietà di un potere dello Stato. Anche l’attuale Ministro della Giustizia, Nordio, si è espresso in maniera convinta per limitare e gestire il perverso utilizzo, da parte della magistratura inquirente, del sistema delle intercettazioni, allorquando travalichi i confini di indispensabile strumento di conoscenza della verità per diventare un mezzo di violazione della privacy degli intercettati, sino ad essere una sorta di Grande Fratello che spia anche comportamenti di mera rilevanza privata.

Tanto più poi quando questi comportamenti riguardano  personaggi noti, che poi vengono dati in pasto alla carta stampata e assurgono alla ribalta televisiva. Non è vero che un abuso delle intercettazioni o delle captazioni sia innocuo: ci sono dei casi in cui è particolarmente nocivo e sono i casi in cui non viene fatto un buon governo delle regole di riservatezza da parte dell’autorità inquirente.

Questa volta, però, vittima dell’uso distorto dello strumento investigativo delle intercettazioni è un magistrato, la sostituta procuratrice di Palermo Alessia Sinatra, che è stata condannata dal Consiglio Superiore della Magistratura alla sanzione disciplinare della «censura» per una vicenda del 2019, quando dal telefono intercettato di Luca Palamara saltarono fuori le chat in cui la Sinatra chiedeva a Palamara, gran regista delle cordate interne al Csm, oggi sotto processo a Perugia per corruzione, di bloccare la nomina del magistrato Giuseppe Creazzo a procuratore di Roma.

«Giurami che il porco cade subito», la richiesta di Sinatra al collega di corrente (Unicost) Palamara.

Perché la magistrata aveva precedentemente (quattro anni prima) raccontato a Palamara di aver subito molestie sessuali da Creazzo. il 12 dicembre 2015, infatti, l’allora procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo l’avrebbe molestata nel corridoio di un albergo, dove i due si trovavano alla vigilia di una riunione del comitato direttivo centrale dell’Anm, di cui entrambi facevano parte.

Molestie che non aveva avuto la forza di denunciare, ma che una volta venute fuori, proprio dalle intercettazioni, hanno portato alla condanna disciplinare di Creazzo. Condanna lieve: la perdita di due mesi di anzianità, ma le molestie sono considerate un fatto accertato dal Consiglio superiore.

Eppure ora è stata sanzionata anche la vittima. Sinatra aveva deciso, dopo una riflessione travagliata, di non rivolgersi all’autorità giudiziaria. Ma il palamaragate e la diffusione illimitata delle chat dell’ex presidente dell’ Anm hanno travolto la sua vita intima, diventata in pochi attimi di pubblico dominio.

Sulla veridicità storica del fatto non ci sono dubbi, data la sentenza passata in giudicato con la quale Creazzo è stato condannato dalla sezione disciplinare. Erano però conversazioni private quelle captate dal trojan sul telefono di Palamara, come privato era lo sfogo di Alessia Sinatra con Luca Palamara, una confidenza che sarebbe dovuta restare tale.

La parte dell’accusa, davanti alla sezione disciplinare del CSM, è stata rappresentata dalla sostituta procuratrice generale della Cassazione Mariella De Masellis, che ha ritenuto provate sia la «condotta abusante» di Creazzo che le azioni scorrette di Sinatra per fermarne la carriera, ma aveva chiesto di non sanzionare la pm perché l’azione di Palamara non si era poi concretamente realizzata,  essendo rimasto un mero colloquio privato quello avuto con la Sinatra, legittimamente disgustata dal comportamento del suo superiore. Ma, alla fine, è stata sanzionata anche la vittima delle molestie, peraltro mai denunciate a suo tempo.

Questo doveva essere il Csm della parità di genere. Quello che per la prima volta ha nominato una donna al vertice della Cassazione (Margherita Cassano).

 

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