Generazioni di felicità: la route nazionale delle comunità capi

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di Maria Beatrice Russo-

Sono più di 18.000, sul finire di questo agosto, le camicie azzurre che hanno invaso la città di Verona abitandone i luoghi più periferici. Le comunità capi (insieme dei capi scout di un singolo gruppo) hanno vissuto insieme in una sconfinata tendopoli, hanno festeggiato i 50 anni dell’AGESCI (Associazione Guide Scout Cattolici Italiani) ragionando su come dar vita alle future generazioni di felicità.

Qualche giorno dopo la fine di questa esperienza che ha coinvolto tutto il Belpaese l’Associazione tira le somme di quanto vissuto raccontandone l’impatto concreto, presente e futuro, dello scoutismo in Italia. « I 18 mila erano perfettamente divisi al 50% in maschi e femmine: per la precisione hanno partecipato 9293 uomini e 9110 donne », un dato importantissimo e significativo per una società dove la parità dei sessi è sempre un miraggio lontano.

Altrettanto lampante è il dato ambientale, « Oltre 23 mila chili di rifiuti che per oltre l’85% proseguiranno correttamente il proprio ciclo di vita, attraverso il riciclo » inoltre in collaborazione con Amia, sono stati organizzati 12 eventi Plasticfree, Cittadinanzattiva Verona Ripuliamoci che hanno coinvolto complessivamente 1.300 scout impegnati nella raccolta di mozziconi e di altri piccoli rifiuti abbandonati a terra in alcune aree tra città antica e quartieri.

Le personalità che si sono avvicendate nei giorni di route hanno più volte rimarcato come i capi scout abbiano la responsabilità, e il privilegio, di educare le nuove generazioni « alla vera libertà, affrontando ogni fascismo e totalitarismo e violenza » (dall’omelia del Cardinale Matteo Matteo Maria Zuppi). Anche il Santo Padre ha dedicato un suo pensiero ai capi scout in cammino: « I giorni di riflessione possano favorire in ciascuno la consapevolezza di quanto sia delicato il vostro impegno educativo nei confronti di ragazzi, adolescenti e giovani che vanno accompagnati con sapienza e sostenuti con affetto », scrive Papa Francesco.

Il Presidente Sergio Mattarella dichiara invece  «  La nostra società deve molto al movimento, per il costante impegno educativo verso giovani e giovanissimi, per il vissuto di solidarietà, per l’esperienza di libertà di cui è espressione, per la sensibilità testimoniata e fatta crescere nei confronti della madre Terra.

“Generazioni di felicità” è il tema che avete scelto per proporre una visione che sappia vincere la sfiducia, combattere l’indifferenza, per legare ancor di più la crescita personale all’amicizia, alla pace, al futuro della comunità.

L’ombra terribile delle guerre provoca allarme e tristezza, ma possiamo opporci a esse ponendoci come costruttori di fraternità e speranza, fin dal nostro agire quotidiano.

È una sfida che non può che basarsi su un rinnovato protagonismo dei giovani, sulla capacità di fare propri valori autentici nel desiderio di migliorare sé stessi e il mondo circostante.

Avete offerto un contributo significativo ai valori essenziali della comunità nazionale raccolti nella nostra Costituzione, a partire da quelli della partecipazione e della coesione: meritano impegno in questo tempo di cambiamento. »

Temi fondamentali per essere costruttori non solo di felicità ma anche di pace, per conoscere e comprendere al meglio il concetto di cura, di vita giusta, di libertà come forma di partecipazione. Tantissimi gli ospiti dell’Arena 24 e delle varie tavole rotonde, spicca Enrico Brizzi, scrittore ed ex (ex solo sulla carta poiché semel scout, semper scout) capo scout che, dopo la tavola rotonda,  si esibisce in un reading musicato di “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”. Due mostri sacri della musica rendono magiche le due serate della route: Gianni Morandi (orogliosamente in fazzolettone dorato) e Roberto Vecchioni (che ha cantato in esclusiva con Silver “Sogna ragazzo, sogna”); sul palco dell’Arena anche Gio Evan.

Di seguito un brano dell’intervento dei Presidenti del Comitato nazionale AGESCI alla cerimonia di chiusura di Arena24.

« Oggi l’AGESCI conta 182 mila soci. Non si tratta solo di un numero, ma rappresenta una sfida enorme, quella della partecipazione. Dal 1974, quando siamo nati, la società ha vissuto diverse rivoluzioni su questo tema. Come Associazione siamo fieri di poter dire che in questi 50 anni non abbiamo mai smesso di interrogarci su come assicurare e promuovere la partecipazione di tutti i nostri soci. Ma anche su quale può e deve essere il nostro ruolo nella società civile e nella Chiesa ».

 

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