di Claudia Izzo
Ha cercato di documentare quanto sta accadendo in Ucraina come il suo lavoro e la sua passione dettava e come ha sempre fatto. Aveva 51 anni Brent Renaud, il video-reporter americano freelance ucciso questo pomeriggio a Irpin, a poca distanza da Kiev, uno dei posti più incandescenti in questa invasione russa in Ucraina.
Brent Renaud coglieva attimi e scene loquaci più di mille parole, in grado di narrare le guerre nella loro crudeltà e realtà, ha raccontato Haiti nel 2010, dopo il terribile terremoto che l’ha colpita, ha narrato per immagini la guerra in Iraq, in Afghanistan, la crisi dei rifugiati in America centrale, la primavera araba in Egitto, la cruda realtà dei cartelli della droga in Messico. Sono famosi i lavori del video maker americano realizzati con il fratello Craig: il “Surviving Haiti’s Eathquake: Children”, vincitore del duPont-Columbia Award 2012, premiato con i progetto del New York Times “A Year at War”.Con il fratello aveva fondo una piccola casa di produzione, la Renaud Brothers, riportando premi internazionali destinati alle eccellenze nel settore delle trasmissioni radio e tv.
Brent Renauld con il collega Juan Arredondo, stava riprendendo le colonne di profughi ucraini in fuga da Irpin quando è stato raggiunto alla gola da colpi di arma da fuoco provenienti da un check-point. L’uomo è morto sul colpo, il collega è rimasto ferito.
Inizialmente si è pensato che fosse un reporter del News York Times perchè indossava il badge della testata, ma il giornale ha fatto arrivare la sua smentita, il videomeker non era in missione per il giornale e la collaborazione risaliva al 2015.
Ma il mondo della comunicazione e della informazione non indietreggia neanche innanzi alla tirrania di Putin. Finchè ci saranno uomi e donne libere di pensiero che cercheranno di veicolare nel mondo la cronaca dei fatti, il mondo stesso sarà libero di comprendere e decidere da che parte stare.