-di Antonino Papa
L’Armata Rossa non allenta la presa, intanto nel Donbass si inizia a sparare.
Da giorni si susseguono dichiarazioni, sementite ed accuse reciproche tra l’establishment russo ed i rappresentati del “fronte occidentale” che solo nelle ultime ore hanno trovato unità d’intenti ed una linea comune, latitante dall’inizio dei negoziati.
Fino a poche ore fa abbiamo di fatto assistito a tentativi diplomatici isolati e disconnessi da una vera e propria strategia comune (NATO – UE), soprattutto da parte di Germania, Francia ed USA; soltanto dopo la riunione di oggi è finalmente trapelato dalle parole di Draghi che l’Occidente farà fronte comune per arginare la probabile avanzata russa oltre i confini che delimitano lo Stato indipendente dell’Ucraina.
Dall’altro lato, sebbene celata ad arte, esiste una strategia ed è portata avanti da una sola entità (e non da tante nazioni divise da interessi diversi) che attraverso le parole dei suoi diplomatici rassicura il mondo di non volere alcuna guerra.
E paradossalmente ciò risponde al vero, soprattutto se si è in grado di interpretare il Putin-pensiero; analizzando con attenzione gli eventi è sotto gli occhi di tutti, a meno che non si voglia essere ciechi e sordi, una discrasia con ciò che è stato più volte riferito al mondo intero attraverso media ed incontri: millantato ritiro delle truppe mai avvenuto, continue dichiarazioni contro una Ucraina nella NATO, ne ora né mai, volontà di non alimentare l’inizio di una guerra e, non da ultimo, milioni di ucraini filo-russi che auspicano di appartenere di nuovo alla madre Russia.
L’occasione è troppo ghiotta per la Russia, in questo particolare momento storico in cui Putin riveste una posizione di spauracchio per l’Occidente, per lasciarsi sfuggire l’attimo propizio per porre la bandiera rossa bianca e blu sui pennoni più alti di Kiev, senza sparare neanche un colpo di fucile ed essere accolto a braccia aperte dalla metà degli ucraini.
Ed una grossa mano gliela stanno dando i ribelli filo-russi che nel Donbass (altra area da sempre rivendicata) hanno iniziato schermaglie nei confronti degli ucraini; ciò probabilmente è retro-alimentato da tentativi di destabilizzazione da parte dei servizi segreti russi in cerca del pretesto per poter mettere piede giustificato in Ucraina.
Altrimenti a cosa servirebbe, ad esempio, un ponte strategico costruito dai militari sulle acque tra Bielorussia ed Ucraina ?
E sappiamo tutti che la Bielorussia è praticamente quasi nelle grinfie di Mosca definitivamente.
La strategia è chiara ed è quella dell’accerchiamento silente e progressivo, accompagnato da rassicuranti dichiarazioni che non hanno alcun seguito nei fatti ma il solo fine di prendere tempo nei confronti dell’Occidente e terminare il dispiegamento di forze intorno a tutto il perimetro dell’Ucraina, controllato da Russia e stati compiacenti.
Le strade per l’Occidente sono due, o lo scontro frontale o assecondare Putin il quale, tra l’altro, continua a non voler incontrare il presidente ucraino Zelensky, nonostante richieste dirette ed indirette attraverso la diplomazia.
Ora pongo a tutti voi una domanda: se un giorno la vostra villa fosse accerchiata da malviventi armati fino ai denti che vogliono soltanto rubare nonostante sappiano che sia in arrivo la polizia che voi avete allertato contro la loro volontà … cosa fate ?
Rischiate di farvi sparare in casa con conseguente probabile spargimento di sangue, anche tra gli agenti di polizia in arrivo, o gli lasciate prendere ciò che vogliono, soprattutto se all’interno della famiglia esistono visioni differenti ?
Rispondete a questa domanda e capirete cos’ha in testa Putin.
L’Occidente può fare ben poco senza mettere in conto un elevato livello di rischio, a meno che Putin non decide di soprassedere, per questa volta …