
-di Giuseppe Esposito-
Anna Maria Cecilia Sofia Kalos è stata un soprano e attrice statunitense di origine greca, naturalizzata italiana e poi greca, ma fu soprattutto una donna che ha segnato un’epoca.
Il soprano per cui fu coniato il termine “La divina”, per Franco Zeffirelli rappresentava lo spartiacque nel campo della interpretazione del melodramma. Il 16 settembre 1977 è il giorno in cui, dopo una vita straordinaria, Maria Callas si spense, sola, nel suo appartamento di Parigi. Sic transit gloria mundi, si potrebbe commentare. Oppure si potrebbe dire che il mondo, in questi giorni, sta attraversando uno dei periodi più bui della sua storia. Preda di una pandemia l’umanità sta diventando preda del terrore e la cosa è estremamente pericolosa. Il terrore impedisce di riflettere serenamente e di porre le basi per quei cambiamenti necessari da apportare ad una società che per le sue scelte si è avviata quasi di corsa verso l’autodistruzione. Bisogna fermarsi a riflettere e per questo, bisogna svincolarsi dalla morsa della paura e considerare bene le mosse che possano garantirci un futuro. Ora coltivare la memoria può essere un modo per sfuggire a quella morsa cosa c’è di meglio che riandare con la memoria ad una storia memorabile, quella di una donna che seppe entrare nel mito, in questo mondo moderno disincantato?
Maria Callas era nata il 2 dicembre 1923 a New York da genitori greci emigrati in America. Mostrò una predisposizione per la musica e si dice che già a tre anni ascoltasse brani d’opera e che a quattro fosse in grado di eseguire delle melodie al pianoforte.
A cinque anni fu investita da un’automobile e trascinata per diversi metri. Ricoverata in ospedale cadde in coma e si risvegliò dopo 22 giorni. Secondo sua madre, quell’esperienza segnò per sempre il carattere scontroso ed irascibile di Maria.
Alla metà degli anni Trenta la famiglia rientrò in Grecia e Maria prese a frequentare il conservatorio di Atene. La precocità del suo talento musicale fu alla base di quella sostanziale infelicità che l’accompagnò per tutta la vita. La madre le impose una vita di sacrifici che le impedì di vivere l’infanzia e la prima giovinezza, poiché sfruttata quale enfant prodige. Ciò spiega l’avidità con cui, più tardi si buttò nella vita brillante accanto ad Aristotele Onassis, dopo il loro incontro fatale. Solo allora poté dare sfogo al suo desiderio represso di divertimento e follia.
La sua carriera ebbe inizio nel 1942 con la Tosca di Puccini. Dopo la fine della guerra le cadde addosso l’accusa di collaborazionismo per aver cantato per gli italiani ed i tedeschi. Si rifugiò allora in America, dove, però, non riuscì a sfondare. Accettò allora la scrittura offertale dal tenore Giovanni Zanotello per una Gioconda di Ponchielli all’Arena di Verona. La rappresentazione non fu un gran successo, ma in quell’occasione conobbe l’industriale Giovanni Battista Meneghini che si innamorò di lei divenendone il manager.
L’intesa fu perfetta ed i due si sposarono nel 1950. La cerimonia fu celebrata a Milano, dove fece la conoscenza del maestro Arturo Toscanini che la introdusse alla Scala, il più prestigioso teatro d’opera del mondo. Lì la Callas interpretò in due anni ben sette diversi ruoli ed entrò nel mito. Si trasformò anche fisicamente perdendo ben 28 chili di peso e passando così dai 92 ai 64 chili. Divenne in tal modo anche simbolo di eleganza. Nonostante la notevole trasformazione fisica la sua voce rimase ferma, precisa e potente, inimitabile.
Nel 1957 l’incontro fatale con Onassis per il quale nel 1958 si separò dal marito. Fu però in quel momento che iniziò la sua parabola discendente. A causa di un calo di voce andò incontro a cocenti insuccessi mentre il suo rapporto con l’armatore si rivelò piuttosto tormentato a causa dei frequentissimi tradimenti dell’uomo.
Nel 1965 Onassis la lasciò per legarsi a Jaqueline Kennedy e quell’abbandono la precipitò nella più cupa depressione. Dopo un’ultima tournée si ritirò a Parigi. Lì, la sera del 16 settembre 1977 fu colta da una fatale crisi cardiaca, dovuta alle complicanze delle altre patologie di cui era affetta. Si spense sola nella sua casa.
Nella sua vita, innamorata di Meneghini aveva poi perso la testa per Onassis. In seguito, si era innamorata, non ricambiata, di Pasolini. Insomma sebbene avesse raggiunto uno dei successi più clamorosi, possiamo affermare che Maria Callas mai riuscì ad essere felice durante tutto il corso della sua vita.