Pionieri del volo a Napoli: Lunardi e Cavallo

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-di Giuseppe Esposito-

Il 13 settembre 1789 Ferdinando IV e Maria Carolina sono affacciati ad uno dei balconi di Palazzo reale per assistere ad un evento straordinario: la partenza della mongolfiera ideata e costruita da due dei loro sudditi: Vincenzo Lunardi e Tiberio Cavallo.

Erano passati appena cinque anni da quando, in Francia, i fratelli Montgolfier avevano fatto sollevare da terra il loro primo pallone aerostatico.

Vincenzo Lunardi era un napoletano acquisito. Era nato a Livorno, ma in seguito alla morte del padre, era venuto a Napoli dove compì gli studi ed abbracciò la carriera diplomatica. Fu mandato in India, poi a Parigi ed infine fu assegnato a Londra in qualità di segretario dell’ambasciatore napoletano presso la Corte inglese.

A Londra conosce Tiberio Cavallo scienziato napoletano che vive in Gran Bretagna fin dal 1779 e dove è molto apprezzato. Infatti è stato ammesso alla Royal Academy, per i suoi studi sull’idrogeno e sulla elettricità.

Due napoletani a Londra, era inevitabile che si incontrassero e si frequentassero.

Quando la notizia del successo dei fratelli Montgolfier  arriva a Londra Lunardi ne è come folgorato. Insieme a cavallo si impadronisce dei principi fondamentali dei palloni aerostatici, ma i due amici si convincono anche che il futuro del volo è legato all’idrogeno e non all’aria calda usata dai fratelli francesi. Dopo averci studiato a lungo, Lunardi decide di mettere alla prova le sue teorie ed il 15 settembre del 1784 compie personalmente il primo volo umano in Gran Bretagna. Il pallone aerostatico utilizzato è stato interamente progettato  e costruito da lui stesso.

Il volo avviene davanti ad una folla traboccante di circa 200.000 persone ed alla presenza del principe di Galles, sul campo della Honourable Artillery Company di Londra.

Il pallone ha un diametro di 10 metri ed è dipinto coi colori della bandiera inglese. È riempito con l’idrogeno, ottenuto con un procedimento chimico messo a punto da Tiberio Cavallo. Poco dopo le ore 14.00 il pallone si alza in volo e nella navicella di vimini vi è Vincenzo Lunardi in compagnia di un cane, un gatto ed un piccione. Il napoletano si sporge dalla sua cesta di vimini e canta a squarciagola, sventolando la bandiera inglese. Il pallone coprì una distanza di circa 40 chilometri ed, ancor oggi nel punto del decollo e in quello dell’atterraggio vi sono due lapidi in ricordo dell’evento.

Al suo rientro a Napoli il re Ferdinando IV gli tributò a Lunardi gli onori dovuti ad un eroe ed egli divenne il primo uomo a volare nel regno di Napoli.

Infatti il 13 settembre 1785, a beneficio dei reali affacciati al balcone del loro palazzo, Lunardi si alzò in volo dall’area antistante il maneggio ed atterrò, dopo un volo di un’ora circa, dalle parti di Capodrise, in provincia di Caserta.Durante il viaggio annotò precisamente ogni cosa e quelle note, inviate poi ad un amico, costituirono uno dei primi, se non il primo in assoluto, diario di volo.

In seguito Lunardi effettuò altri voli, ma quelli che più si ricordano sono quello del 31 luglio 1790 a Palermo, seguito da un ammaraggio al largo della capitale siciliana. Ed infine quello effettuato a Capri, dove fu recuperato, sempre in mare e con qualche difficoltà dai pescatori dell’isola. Più tardi a seguire le orme di Lunardi fu una donna Sophie Blanchard che divenne nota per i suoi voli notturni. La Blanchard venne a Napoli, per esibirsi alla presenza di Gioacchino Murat.

 

Il volo prese l‘avvio da una piccola collina appena fuori città e nota col nome di Caput Clivii o anche come Campo di Marte, poiché era il luogo deputato alle esercitazioni ed alle manovre dell’esercito napoletano. Oggi quella località è nota come Capodichino e vi ha sede l’Aeroporto Internazionale di Napoli. Destino dei luoghi!

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