“Antifascista, Antimonarchico, Antitutto”, per ricordare l’autore di “Rosso Pompeiano”-di Antonietta Doria-
“La figura di Abdon Alinovi tra politica, letteratura e storia”: è questo il titolo dell’incontro previsto per le ore 17.00 di oggi, presso Salone dei Marmi del Palazzo di Città, a Salerno, organizzato da Stefano Pignataro, Delegato del Coordinamento Comune di Salerno-Osservatorio Politiche Giovanili UNISA, che modererà l’incontro stesso.
Saranno presenti per i saluti istituzionali:Vincenzo Napoli, sindaco di Salerno,; Mariarita Giordano, Assessore alle Politiche Giovanili ed all’Innovazione; Massimo Cariello, sindaco di Eboli; Stefania Leone, Docente UNISA, Responsabile Osservatorio Politiche Giovanili.
Gli interventi saranno a cura di : Giuseppe Cacciatore, Docente di Storia e Filosofia presso l’Università degli Studi di Napoli, Federico II; Andrea Manzi, giornalista.Le testimonianze saranno a cura di Massimiliano Amato, giornalista; Fernando Argentino, Consulente d’Impresa; Enzo Todaro, Giornalista.
Nato a Eboli il 6 maggio 1923 e morto a Napoli il 15 Febbraio 2018, Abdon Alinovi è stato un politico antifascista italiano. Dopo la morte prematura del padre, si iscrive al Ginnasio-Liceo Classico “Pontano” di Spoleto, assistito dall’INOIS, Istituto Nazionale Orfani Impiegati Civili dello Stato. Nel 1939 torna a casa per le vacanze e vede partire per l’Africa il fratello Almo, ufficiale di leva a vent’anni: “In quel momento diventai antifascista, antimonarchico, antitutto” (cfr. l’intervista a cura di E. Bertolotto su “La Repubblica – Napoli”, 24 aprile 2005).
Conseguita la maturità col massimo dei voti nel 1941, torna ad Eboli e si iscrive a Napoli alla Facoltà di Giurisprudenza; non raggiungerà la Laurea per dedicarsi alla vita politica. Ad Eboli, grazie all’amico e maestro Giovambattista Perrotta, conosce il confinato politico Mario Garuglieri, calzaiuolo fiorentino, compagno di cella di Antonio Gramsci a Turi, figura storica del movimento socialista e comunista.
Vincitore di concorso per Cancelliere, raggiunge nel settembre ’43 la Pretura di Tricarico: nasce il sodalizio col poeta Rocco Scotellaro socialista, e Carlo Grobert, del Partito d’Azione.
Dopo l’8 settembre, Alinovi è tra gli antifascisti che entrano in contatto con gli Alleati e tra i promotori del Comitato di Liberazione Nazionale di Salerno. Dopo la Liberazione, il 16 settembre, PCI, PSI, Partito d’Azione e altri gruppi antifascisti, riuniti in una Concentrazione assumono la guida popolare e promuovono il governo municipale antifascista. Sono gli anni della prima costruzione del Partito Comunista nel Sud. Alinovi affianca Pietro Amendola nel CLN: sebbene il più giovane del Comitato, gli è affidata l’attività di sostegno all’Autorità per la raccolta di cereali nella Piana del Sele e l’emergenza alloggi; collabora col Ministro dell’Assistenza post-bellica Emilio Sereni, Ministro dei Lavori Pubblici con De Gasperi. L’11 aprile 1944 Alinovi è a Napoli per ascoltare Palmiro Togliatti al Cinema Modernissimo: è la “svolta di Salerno”. Garuglieri, designato da Togliatti responsabile provinciale PCI, chiama a Salerno Alinovi.
In Salerno capitale apre con Mario Palermo la campagna per la convocazione della Costituente e del referendum; dirige il settimanale “Unità proletaria”, poi “Voce salernitana”. Fondatore con Giordano Dall’Ara e Francesco Cacciatore della Camera del Lavoro, si dedica alla promozione del movimento sindacale e associativo dei contadini. Nella relazione per la “Costituente regionale per la riforma agraria” (Eboli 1947) – spazio d’incontro con i delegati del movimento contadino e i delegati della classe operaia napoletana – affronta i temi delle trasformazioni strutturali e colturali nella pianura e della modifica dei patti agrari, avvalendosi della guida di Leopoldo Cassese, storico e archivista. Nel giugno 1948 Alinovi si trasferisce a Napoli, eletto nel Comitato Direttivo della Federazione provinciale del PCI e nella Segreteria. Nel 1951 sposa Giulia De Cesare, con cui ha tre figli: Sergio, Gabriella e Valeria.
L’impegno di Alinovi è ora teso alla costruzione del Partito nelle fabbriche, nei quartieri popolari, in provincia; il “partito nuovo” indicato da Togliatti nel ’44 a Napoli prende corpo in centinaia di sezioni territoriali PCI: non solo centri di propaganda, ma circoli politici dove operai e popolo, intellettuali e artigiani discutono e praticano una politica che pone al centro i problemi della città, del Comune, della fabbrica. Ma anche l’impegno per la pace nel mondo, il superamento della guerra fredda, la messa al bando dell’arma atomica e termonucleare: nascono i Comitati per la Pace; 600mila firme sotto l’ “Appello di Stoccolma”. Lo sforzo è volto a formare l’“intellettuale collettivo” di ispirazione gramsciana; si lavora in collaborazione con PSI e tutte le forze democratiche disponibili ad attuare i programmi tracciati nel ’46-’47 nella Costituente. Segretario della Federazione PCI napoletana dal 1955 al 1962. Nel 1963 nel Comitato Centrale, dopo il X Congresso è nella Direzione nazionale PCI come responsabile della Commissione Enti Locali e Autonomie: nell’incarico porta con sé l’esperienza di governo e opposizione di Consigliere Comunale di Ercolano (Resina) dal 1952 al 1956, e Napoli dal ’56 al ’64. Componente dell’Esecutivo nazionale ANCI, partecipa alle esperienze amministrative del centro-nord, in particolare Emilia Toscana Umbria; stabilisce proficua collaborazione col democristiano Tommaso Morlino, molto legato ad Aldo Moro, e il socialista Matteo Matteotti. La Commissione Enti Locali dà vita al movimento per l’attuazione dell’istituto regionale;il primo Congresso regionalista si terrà al Teatro San Carlo di Napoli.
All’indomani dell’XI Congresso PCI, 1966, il Segretario Luigi Longo chiede ad Alinovi la disponibilità ad essere eletto Segretario regionale in Calabria, dove il PCI è stato tragicamente colpito dall’assassinio di uno dei suoi massimi dirigenti, Luigi Silipo. Al XII Congresso nazionale, 1969, è candidato ed eletto Segretario regionale PCI della Campania. Il partito è in crisi di crescita; tocca ad Alinovi guidare il processo unitario di sviluppo della politica e dell’organizzazione, attraverso la fusione di più generazioni di dirigenti e militanti, e la promozione di giovani energie nella direzione politica: i movimenti studenteschi del ’68 sono così accolti in un grande movimento del lavoro e della crescita civile e culturale. L’idea della Napoli produttiva – industria, attività artigiane e mercantili, sviluppo dei porti, centro di cultura e civiltà – si proietta in un legame nuovo di integrazione con la grande regione Campania, ricca di risorse umane naturali e storiche: è la piattaforma-sfida con cui il PCI di Napoli e Campania lancia la Costituente fondativa dell’istituto regionale per le prime elezioni, 1970.
Nelle amministrative del 1975 il PCI compie regionalmente e in particolare a Napoli un salto in avanti; al Comune è eletta una Giunta di sinistra guidata da Maurizio Valenzi, seppure di minoranza, che reggerà fino al 1980. Nelle elezioni politiche del 1976 Alinovi è eletto Deputato al Parlamento nelle Circoscrizioni di Napoli, con Giorgio Amendola e Giorgio Napolitano, e Benevento-Avellino-Salerno; opta per Napoli. Sarà confermato nel 1979, 1983, 1987 (X legislatura). Nella IX, è Presidente della Commissione Bicamerale Antimafia.
È presidente regionale del PDS dalla fondazione, 1989, e dei DS, fino allo scioglimento di questo partito.In occasione del 90º compleanno, 6 maggio 2013, il Comune di Eboli – Sindaco Martino Melchionda – ha conferito ad Abdon Alinovi la cittadinanza onoraria. Nell’ottobre 2015 pubblica “Rosso pompeiano”, La Città del Sole Edizioni (RC), a cura di Valeria Alinovi.