Natale nel mondo: Madrid, tra usi e tradizioni

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-di Giuseppe Esposito-

Siamo oramai immersi del tutto nell’atmosfera natalizia e, sebbene la pandemia sembri non voler ancora allentare la sua morsa, ognuno cerca di esorcizzare la paura, che corre sotterranea, rifugiandosi in questo sogno che è il Natale. Godiamo di questa sorta di pausa nel tempo e torniamo ogni anno di nuovo piccini davanti alla magia del presepe ed alle luci dell’albero.

Si ripetono come ogni anno gesti sempre uguali, come in un rito e desideriamo tutti che quella sospensione del tempo possa non finire mai.

Assuefatti alle nostre tradizioni, ci capita, talvolta, di chiederci come il Natale sia vissuto altrove. Ad esempio in Spagna, un paese i cui abitanti sono molto simili agli italiani e, forse, ancor più ai napoletani, nel cui idioma ancora restano tracce della loro lingua.

A Madrid la tradizione del Natale è sentita profondamente, come da noi e come da noi essa è scandita dai momenti conviviali che vedono, riunita attorno alla tavola imbandita, la famiglia.

Ma il Natale a Madrid inizia, con molto anticipo, l’ultima settimana di novembre. Sono i giorni quelli, infatti, in cui si accendono le luminarie che abbelliscono la città e che sono progettate da stilisti ed architetti che vanno per la maggiore.

Affinché i madrileni possano osservare le luminarie in tutti i quartieri più importanti della città il Comune mette a loro disposizione quello che è definito il navibus (ossia il bus de navidad). Esso fa la spola tra gli angoli più suggestivi quali possono essere la Puerta del Sol, la Puerta de Alcalà, il Palacio de Cibeles ed altri punti sparsi per la città.

Una peculiare tradizione madrilena è quella che impone di mangiare dodici chicchi d’uva, uno per ogni rintocco delle campane che annunciano lo scoccare della mezzanotte dell’ultimo giorno dell’anno, sotto la Puerta del Sol. Quella notte sotto l’orologio della Casa de Correo si riunisce una grande folla in attesa di festeggiare il nuovo anno.

Pare che la tradizione sia nata intorno agli ultimi anni del XIX secolo e si sia consolidata a partire dal 1906, anno in cui il raccolto di uva, in autunno era stato eccezionalmente copioso ed il consumo era stato senza precedenti. Allora i produttori decisero di ringraziare i clienti, distribuendo, gratis grappoli d’uva in occasione della notte di capodanno.

A Madrid il capodanno si festeggia due volte, la prima è quella della sera del 30 quando la folla si raduna sotto l’orologio del Palacio de Gobernacion per assistere alle prove dei rintocchi dell’orologio che dovrà battere i suoi dodici colpi la sera del 31. E la seconda è proprio la sera dell’ultimo giorno dell’anno, per i festeggiamenti ufficiali all’ anno nuovo.

Una delle date caratteristiche di questi giorni del Natale è quella del 28 dicembre, che è chiamato El Dia de los Santos Inocentes. Durante quella giornata i madrileni vanno in giro con parrucche o strani copricapi acquistati al mercatino di Plaza mayor. Durante quel giorno si usa fare gli scherzi più strani, al modo in cui avviene da noi il primo di aprile. Persino i quotidiani pubblicano talvolta false notizie.

Durante tutto il periodo natalizio, sulle tavole non mancano mai i dolci come torroni, marzapane, frutta candita, mantecados ed infine il Roscon de Reyes una ciambella tipica del Dia de lo Reyes Magos, cioè il 6 gennaio, giorno molto sentito ed anche quello più atteso dai piccoli essendo quello in cui ci si scambiano i regali. La mattina del 6 è irrinunciabile la colazione fatta con un pezzo di Ruscon e cioccolata calda.  Spesso tale colazione è fatta nei locali pubblici e all’interno del Ruscon è celata una fava ed un piccolo regalo. A colui che trova la fava tocca pagare il conto per tutta la comitiva, mentre trovare il regalino è di buon auspico per l’anno che comincia.

Ma, come avviene anche da noi, i momenti topici sono quelli attorno alla tavola imbandita, alla vigilia di Natale (la Noche Buena), a Natale (Dia de Navidad), la sera del 31 detta la Noche Vieja ed ifine il pranzo di Capodanno detto el Dia del Año Nuevo. Ma molta importanza è data anche al pranzo dell’Epifania, o Dia de Reyes.

La cena della sera della vigilia il menu è a base di pesce. Una volta erano molto diffuse le anguille piccole dette Angulas, ma poi essendo divenute rare e costose si è ripiegato sulle Gulas che sono un misto di pesce. Il pranzo del giorno di Natale è invece a base di carni arrostite siano esse di vitello o di agnello.

All’alba del primo gennaio, dopo aver festeggiato in strada il nuovo anno si usa fare colazione in una delle numerose pasticcerie cittadine, tra cui la più famosa è quella di San Gines, a base di cioccolata calda e churros. A pranzo l’abitudine è quella di andare al ristorante. L’acme dei festeggiamenti arriva il giorno dell’Epifania. E la sera del 5 gennaio, in tutte le città spagnole, vi sono le processioni che commemorano l’arrivo dei Reyes Magos davanti alla mangiatoia di Betlemme.

Una delle tradizioni peculiari di Madrid, durante le feste di Natale, è quella di giocare a Amigo invisible. Accade che un gruppo di amici si riunisce per una cena ed i nomi di tutti i partecipanti sono segnati su striscioline di carta. Poi le striscioline vengono messe in un contenitore da cui, ognuno ne estrae una senza far vedere agli altri il nome pescato. Poi si esce ed ognuno acquista un regalo per l’amico il cui nome è sulla strisciolina da lui pescata. Il gioco si svolge poi nel cercare, ognuno, di indovinare chi sia l’amico che gli ha fatto il regalo.

 

 

 

Foto Pixabay License

 

 

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