
di Giuseppe Esposito-
Il canale di Suez compie 161 anni. Del taglio dell’istmo si è parlato fin dall’antichità più remota. Ci provarono, a quanto racconta Erodoto, gli Egizi sotto il faraone Nekao II, ma senza riuscirci. Pare invece che andò meglio al re persiano Dario I, che lasciò delle iscrizioni su alcune steli di granito, come quella di Kabret, su cui si leggeva:
“ Io sono Dario. Oltre alla Persia ho conquistato l’Egitto. Ordinai di scavare questo canale dal fiume chiamato Nilo, che scorre in Egitto al mare che inizia in Persia .Quando questo canale fu scavato, come io avevo ordinato, navi sono andate dall’Egitto fino alla Persia, come io avevo voluto.”
Pare che poi il faraone Tolomeo II ponesse mano al suo restauro nel 250 nel 250 a.C.
Plutarco, nella sua “Vita di Marcantonio”, narra che la regina Cleopatra, dopo la sconfitta di Azio, cercasse di mettere in salvo quanto rimaneva della sua imponente flotta attraverso il canale, ma le navi rimasero bloccate poiché il canale era insabbiato.
L’idea di collegare il Mediterraneo al mar Rosso fu ripresa da alcuni mercanti veneziani nel 1504 e sottoposta ai sultani mamelucchi che governavano l’Egitto. Della proposta si andò avanti a discutere per tutto il Cinquecento, ma senza alcuna ricaduta operativa.
Gli ingegneri napoleonici, durante la campagna d’Egitto, eseguirono dei rilievi per verificare la fattibilità del canale, ma risultò che tra i due mari da collegare il dislivello fosse di quasi 10 metri, cosa che imponeva l’adozione di un sistema di chiuse. La cosa ovviamente faceva lievitare enormemente il costo dell’opera e l’idea del canale fu così abbandonata.
Ma un quarantina di anni dopo, nel 1833,l’imprenditore e scrittore francese Prosper Enfantin sottopose di nuovo l’idea al kedivé d’Egitto Mehemet Alì. La proposta non suscitò l’interesse del governo egiziano. Ma l’Enfantin non si scoraggiò e, nel 1846, creò una “Societé pour l’etude du canal de Suez”, dai cui rilievi risultò che il dislivello tra le due estremità del canale erano del tutto irrilevanti. Risultato che rendeva inutile il ricorso alle chiuse e accessibile il costo di realizzazione dell’opera. Per motivi meteorologici, sarebbe stato possibile però navigare lungo il canale solo con navi a vapore, che all’epoca costituivano solo il 5% del naviglio esistente. Gli studi però furono portati avanti ed il progetto definitivo fu redatto da Luigi Negrelli, che nativo del trentino era, all’epoca, suddito dell’Impero austriaco.
In seno al governo egiziano, vi erano però, delle notevoli resistenze alla realizzazione dell’opera poiché si temevano interferenze europee negli affari interni egiziani. Tuttavia, qualche anno dopo, a causa dell’enorme debito contratto con Francia e Inghilterra, gli egiziani capitolarono e il diplomatico francese Ferdinand de Lesseps ottenne, il 15 dicembre 1858, dal kedivé Mehemt Pashà la concessione per la creazione di una società che avviasse i lavori per lo scavo del canale e ne curasse la gestione per 99 anni. La concessione fu ottenuta dai soli francesi poiché gli inglesi, scettici sulla redditività futura del canale, avevano nel frattempo avviata la costruzione di una serie di linee ferroviarie per il trasporto delle merci da Suez al Cairo.
La proprietà del canale fu divisa tra l’Egitto con una quota del 44% ed il 56% francesi, attraverso circa 20.000 azionisti.
Alla fine dei lavori, il costo risultò essere pari al doppio delle stime iniziali. L’opera era lunga 193 Km, si articolava in un accesso nord di 22 Km, corpo del canale di 162 Km e di un accesso sud di 9 Km, profonda 24 metri e larga 205/225 metri. Collegava Porto Said sul Mediterraneo a Suez sul mar Rosso.
Il 17 novembre 1869 si tenne l’inaugurazione per la quale Mehemet Pashà aveva chiesto a Verdi di comporre, ma essendo quest’ultimo alieno dal comporre musica di occasione, si addivenne all’accordo per la realizzazione di un’opera lirica. Così in occasione dell’apertura del canale al teatro kedivale del Cairo fu data la prima dell’Aida.
Il giorno dell’inaugurazione era stata organizzata una cerimonia solenne cui fu presente anche l’imperatrice Eugenia e risuonarono le note della Egyptischer Marsch, composta da Johann Strauss.
Un corteo di navi imboccò il canale. In testa vi era il panfilo imperiale francese con a bordo il Lesseps e l’imperatrice Eugenia. Seguivano la SMS Greif con a bordo l’imperatore Francesco Giuseppe, il panfilo del kedivé Ismail Pashà e quelli dei principi reali di Prussia, Paesi Bassi e Russia. L’apertura del canale dette un impulso notevole ai commerci ed agli scambi commerciali, dette un impulso eccezionale allo sviluppo della navigazione a vapore e, dal punto di vista politico, favorì l’accesso all’Africa orientale che in poco tempo fu colonizzate dalle potenze europee.
Intanto nel 1875, a causa dell’enorme debito estero accumulato gli egiziani, furono costretti a cedere la loro quota agli inglesi, per 4 milioni di sterline. In tal modo questi rientrarono in gioco, rimediando all’errore di valutazione commesso al momento della costruzione del canale.
Il 4 aprile 1885 si tenne la Conferenza del Canale di Suez, nel corso della quale si decise di optare nella gestione di esso per il regime di libertà. In questo modo il canale sarebbe rimasto sempre aperto anche in presenza di conflitti.
Il resto è storia dei nostri giorni ed intorno al canale si sono combattute le guerre tra Egitto ed Israele. Nel 2005 fu deciso l’ampliamento dell’opera e grazie ad esso la capacità di transito è passata dalle 49 imbarcazioni al giorno alle 97 attuali.
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