Studio del Diritto Marittimo-
Domani, 10 giugno alle ore 18,30, presso L’Antico Arsenale della Repubblica, si da il via al programma di eventi organizzato in occasione della LXI edizione della Regata delle Antiche Repubbliche Marinare Italiane con la presentazione del libro di Alfonso Mignone “Nuovi Studi sulla Tabula de Amalpha”, Edizioni Il Frangente.
Mignone, avvocato, è esperto di diritto della navigazione e dei trasporti, Presidente di The International Propeller Club Port of Salerno e collaboratore di diverse riviste specializzate di settore, da «Il Diritto Marittimo» all’«International Law Office».
Il libro esamina nel dettaglio la pietra miliare della storia del diritto marittimo – custodita proprio nell’Antico Arsenale, sede del Museo della Bussola e del Ducato marinaro – redatta dagli Amalfitani tra l’XI ed il XIV sec., spunto per la redazione di altri statuti marittimi medievali, come quelli pisano, genovese e catalano, e che ha contribuito alla formazione di una legislazione marittima uniforme in tutti gli Stati rivieraschi, anche arabi. La Tabula, inoltre, divenne “diritto vivente”, applicato nei tribunali e nelle curie durante la successiva dominazione normanna e anche nel Regno di Napoli.
Noto come primo codice internazionale della navigazione’, il testo – costituito da 66 capitoli, di cui 21 in latino e 45 in volgare italiano – è da considerarsi piuttosto, come suggerisce l’autore dei “Nuovi Studi”, una raccolta di usi su tutto ciò che riguardava la navigazione, fornendo risposte concrete per soddisfare le esigenze della societas maris.
Dalle controversie al prezzo dei noli, dagli obblighi del capitano a quelli dei marinai, dagli indennizzi in caso di perdita della merce alla compartecipazione agli utili, dalla gestione delle avarie all’abbandono del bastimento e delle merci, la Tabula, che formava parte integrante dell’ordinamento giuridico dell’antica Repubblica Marinara, si presenta come uno strumento utile alla gestione della casistica del tempo.
Un aspetto questo che permette al Mignone di individuare in essa possibili punti in comune con il diritto marittimo di Common Law, portandolo anche ad azzardare che il testo amalfitano presenti una più stretta attinenza con i moderni clausolari marittimi, sviluppati su iniziativa degli operatori del settore, piuttosto che con l’attuale codificazione di settore, frutto della nascita dello Stato moderno.