Alla Sala Pasolini la drammaturgia spagnola con Pasquale De Cristofaro e Alfonso Amendola

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L’importanza della memoria- di Claudia Izzo-

Domani 24 maggio alle ore 18,0 presso la sala Pasolini la collana di Teatro “corponovecento” , edizioni Oedipus, dedica una serata alla nuova drammaturgia spagnola a cura di Pasquale De Cristofaro e Alfonso Amendola. Incontri, dialoghi e, a conclusione, lo spettacolo “La pietra oscura” di Alberto Conejero.

Alle ore 18.00 si darà il via al dibattito “Sulla guerra civile spagnola tra cronaca, storia e cinema”, intervengono Alfonso Conte, Docente di Storia Contemporanea presso l’università degli Studi di Salerno; Andrea manzi, giornalista e scrittore; Michele Schiavino, regista e critico cinematografico. Coordina Alfonso Amendola, Docent di Sociologia dei processi culturali presso l’università degli Studi di Salerno. Alle ore 19,30 vi sarà la presentazione di “Cliff (Il dirupo) – La pietra oscura” di Alberto Conejero (traduzione di Simona Trecca / Oèdipus Edizioni). Ne discuteranno Rosa Maria Grillo, direttore del dipartimenti di studi umanistici dell’Unisa, Simona Trecca, Docente di Letteratura spagnola presso l’Università Roma Tre, e Paola Ambrosi, curatrice della collana spagnola di Corponovecento.

Alle 21,15  “La pietra oscura” con la regia di Pasquale De Cristofaro,  in scena Alessandro Tedesco e Andrea Palladino. ” La rappresentazione è ambientata durante la Guerra Civile Spagnola,” ha commentato il regista De Cristofaro, ” e narra di  Rafael,  prigioniero in attesa di essere fucilato e di  Sebastian,  il suo giovane carceriere. Nella realtà, Rafael Rodrìguer Rapun è stato segretario del gruppo di teatro universitario “La Barraca”, diretto da Federico Garcia Lorca e suo ultimo compagno. Sarà Rafael che tenterà di coinvolgere Sebastian in un duplice compito, portare alla sua famiglia un messaggio di speranza e recuperare un inedito manoscritto di Lorca salvaguardandone la memoria presso le generazioni future.” Questo il vero fulcro dell’opera, l’importanza del senso civile e della memoria. ” Si racconta il senso della vita”, aggiunge il regista, ” il senso civile, ci sono molti colori all’interno dell’opera, ritmi serrati, Rapun ha innanzi il suo aguzzino che si trova dalla parte sbagliata, senza consapevolezza.Ne emrge la fragilità del giovane aguzzino. E’ un testo che appassiona, un testo che smuove dentro, da cui trapela l’importanza della passione civile, della memoria, importante soprattutto nei nostri giorni in cui si tende a dimenticare, forse per soffrire meno, senza capire che la memoria è un concime necessario per crescere…”

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