8 Giugno: vari anniversari nel mondo della cultura

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Vi è in questa data una particolare congiunzione astrale che ha fatto coincidere diversi anniversari notevoli. Ciascuno meriterebbe di essere trattato a parte, ma noi dobbiamo tener conto, purtroppo, dello spazio che possiamo utilizzare nell’ambito di un giornale. Accenneremo, pertanto brevemente ad alcune di tali ricorrenze, in maniera piuttosto sintetica. Adotteremo nell’elencarle il criterio cronologico, partendo dalle più lontane,  per finire alle più recenti.

La prima che vogliamo ricordare è l’anniversario della nascita di Giuseppe Fiorelli avvenuta l’8 giugno del 1823, a Napoli. Fiorelli è stato uno dei più notevoli archeologi e numismatici del secolo XIX. Laureato in legge, si dedicò, subito dopo la laurea, alla numismatica e poi all’archeologia fino ad ottenere la carica di Ispettore Generale della Soprintendenza del Museo di Napoli. Coinvolto nei moti liberali del 1948 finì in prigione.

Ne uscì nel 1850 e si aggregò all’equipe del conte di Siracusa che andava conducendo scavi nei siti archeologici più importanti della Campania. Fu a Pompei dove instaurò un rigido metodo di suddivisione del territorio in regiones  (quartieri) e insulae, (isolati), allo scopo di localizzare con precisione il luogo di ritrovamento dei vari reperti. Fu anche l’ideatore del metodo per ottenere i calchi degli abitanti morti durante l’eruzione. Versando del gesso liquido nella cavità lasciata dalla decomposizione dei corpi, sepolti dalla cenere, si riproducevano le sembianze di cittadini di Pompei uccisi dall’eruzione del 79 d.C. Dopo la costituzione del Regno d’Italia divenne Direttore degli Scavi di Pompei e fu il primo ad aprirli al pubblico pagante. Nel 1860 fondò il Museo di San Martino. Avviò la riorganizzazione delle collezioni del Museo Nazionale, facendo stilare un inventario completo in cui i reperti erano catalogati per categorie e classi di materiali. Catalogazione in vigore a tutt’oggi. Fondò la Scuola Archeologica di Pompei e nel 1875 pubblicò la prima guida scientifica della città riemersa dalle ceneri. Morì a Napoli, nel 1896.

L’8 giugno del 1883, nasceva invece Libero Bovio, scrittore, drammaturgo, giornalista che fu con Salvatore Di Giacomo, Ernesto Murolo ed E. A. Mario l’animatore del periodo d’oro della canzone napoletana. Frequentò da giovane, senza convinzione, un istituto tecnico che abbandonò alla morte del padre, per cercarsi un impiego. Lo trovò presso l’Ufficio Esportazione del Museo Nazionale di Napoli. Fu poi direttore di alcune Case editrici musicali quali La canzonetta e più tardi della Santa Lucia.

Il suo primo successo fu “Surdate” del 1910. Seguirono “Tu ca nu chiagne” 1915, “Reginella”, “Chiove”, “’O paese d’’o sole” e “Lacreme napulitane”.  Le ultime due uscirono intorno al 1925. Il suo pessimismo sentimentale si manifestò particolarmente in “Chiove” (1915) ed in “Passione” del 1934. Fu anche autore di canzoni in lingua italiana quali: “Cara piccina” del 1917 e “Signorinella” del 1931. Dopo la Prima Guerra Mondiale sposò Maria Di Furia dalla quale ebbe due figli. Nel 1941 si ammalò ed il 26 maggio del1942 morì,  nella sua casa di via Duomo  45, sulla cui facciata è, ancora oggi, possibile vedere una lapide commemorativa.

L’8 maggio del1902, nasce invece a Napoli, Enzo Turco, attore e sceneggiatore, uno dei migliori caratteristi del teatro e del cinema italiano. Lo ricordiamo accanto a Totò in alcuni indimenticabili film come “Il turco napoletano” e “Miseria e nobiltà”, pellicole che non ci stancheremo mai di rivedere. Fu anche in teatro, nella rivista “Mondo allegro” accanto a Erminio Macario. Dagli anni Cinquanta ai Settanta fu spesso in televisione interpretando sceneggiati e serie televisive come “Joe Petrosino”. Al cinema è comparso in più di 50 film, diretti dai migliori registi del tempo, come Mattoli, Blasetti, Alessandrini, Monicelli, Mastrocinque, Die Sica, Nanni Loy e Squitieri. Morì a Roma il 7 luglio del 1983.

Infine l’ultimo e forse più importante anniversario è quello che riguarda la prima uscita del romanzo “1984”, di George Orwell che fu pubblicato la prima volta l’8 giungo del 1949. Il quotidiano francese Le Monde lo ha posizionato al 22° posto tra i 100 romanzi migliori mai scritti.Invece il  critico letterario Geno Pampaloni, disse a proposito:“Mentre nel libro di Huxsley si parla veramente di un altro mondo, di un’altra civiltà, in 1984 è il nostro mondo che ci agonizza davanti.

Il romanzo di Orwell ci appare oggi come veramente profetico, alla luce di quanto sta accadendo e che fa sorgere spesso il dubbio che tutto sia preordinato alla instaurazione di una dittatura mondiale che tende a stabilire un controllo totale su noi sudditi.

Nel romanzo orwelliano si parla della terra, dopo una terza guerra mondiale, in cui l’uso delle armi nucleari ha ridotto la civiltà in cenere. Si vede che da quelle ceneri si formano tre nuove potenze: l’Oceania, l’Eurasia e l’Estasia. In ognuna di esse vige un regime totalitario che esercita un controllo completo sui propri cittadini. Solo un alto funzionario dell’Oceania, dominata dal partito unico Socing, con a capo il Grande Fratello,  osa opporsi alla dittatura, Emmanuel Goldstein, ma è bollato come nemico pubblico numero uno.

La peculiarità del testo di Orwell è di aver svelato la possibilità di manipolazione psicologica di un regime sui suoi sudditi. Esso riesce ad incanalare l’emotività dei cittadini al solo scopo della riproduzione dell’ordine sociale. La visone di Orwell nel lontano 1949, sembra stia per avverarsi oggi. Occorre riflettere e resistere per evitare di essere ridotti a dei semplici automi.

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