Porta Nova: la bellezza di un’antica porta, l’unica esistente a Salerno

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Nella parte più orientale del perimetro storico di Salerno si colloca l’antica e unica porta ancora presente in città, la cosiddetta “Porta Nova”, a cui anche tutta l’area che la circonda deve il suo stesso nome (Portanova). L’antica struttura si affaccia sull’elegante e particolare slargo detto Piazza Flavio Gioia, più comunemente denominato dai salernitani la “Rotonda”. La porta in questione, viene realizzata con Delibera dell’Amministrazione cittadina del 20 dicembre 1753 (fonte Vincenzo De Simone), conseguenza di numerose lamentele del popolo che necessitava di un nuovo varco verso oriente, in quell’area interessata, cioè, da numerosi traffici e interessi socioeconomici, in particolare, durante specifiche occasioni come ad esempio la Fiera di San Matteo: quella del Raccolto e della Vendemmia, ma anche per rendere più agevole l’uscita, ad est, dalla città da parte del re Carlo III di Borbone, che percorreva tale porta per raggiungere la Real Casina di Caccia di Persano posta a sud del Capoluogo. La struttura viene eretta, inoltre, a seguito di una generale trasformazione, nei secoli, dell’area posta a sud-est dell’antica città. Fino al periodo medievale e in particolare quello angioino, le mura orientali della città si estendevano con orientamento quasi preciso (nord-sud) a mezzogiorno dell’antico monastero di San Benedetto. Alla fine di Via Mercanti, l’antica via Drapperia, in quel periodo ritroviamo una porta detta Porta Elina, mentre più a sud, all’uscita di via Masuccio Salernitano, l’antica Ruga Nova, si colloca la Porta dell’Angelo che presentava un particolare stemma in pietra con giglio angioino molto probabilmente posto proprio in uscita da tale porta, quest’ultima quasi in linea, arretrata verso occidente, con l’attuale Porta Nova. Nel periodo del Viceregno spagnolo (XVI secolo) assistiamo a una sorta di traslazione delle mura orientali verso est, nell’area denominata Litus Maris. Di tale periodo è la realizzazione della famosa Veduta dell’agostiniano Angelo Rocca risalente al 1584 e custodita nella Biblioteca Angelica di Roma: una rappresentazione della città ricca di particolari sia morfologici che architettonici dell’epoca che forniscono un’immagine dettagliata dell’urbanistica. L’area in questione è ben descritta con la rappresentazione, ad ovest, della Torre dello Sperone tutta rivolta verso il mare in prossimità della quale è posta la Porta dell’Angelo; più ad est ritroviamo, invece, in direzione nord-sud le mura con una sorta di bastione al centro. Con il numero 26 è indicata, in legenda, l’area detta “Piazza della Fiera”, dalla famosa Fiera di San Matteo istituita nel 1259 dal Cancelliere di Casa Sveva, Giovanni Da Procida. Per volere del re Manfredi, nel 1260 si realizza, inoltre, anche il porto di Salerno, dal quale arrivano mercanti e artigiani soprattutto durante le festività del Santo Patrono. La Fiera aveva luogo, inizialmente, dall’area nord orientale della città, al di fuori delle mura. Viene successivamente collocata più a sud, nella zona denominata “Litus Maris” in prossimità della porta orientale (in Litus Maris) legata al nuovo assetto murario del XVI secolo ben descritto nella Veduta Rocca, nella quale si scorgono, inoltre, i filari di botteghe che venivano aperte proprio in occasione della Fiera. In essa si osserva anche la Torretta ad angolo nell’area a nord del Litus Maris, oltre la quale notiamo i Ponti del Diavolo (fonte Mario Dell’Acqua). Altra interessante rappresentazione della città è la Tavola Pinto del 1653 “Salerno assediata dai francesi” di Scipione Galiano, in cui ben si nota, ad est, oltre la Torre dello Sperone, l’area fieristica con le botteghe e in prossimità la Porta Nova (la cui posizione non coincide con quella attuale, ma è un po’ arretrata verso ovest) che si apre verso la piana ad est.Nel “Liber iurium civitatis Salerni” del 1690, custodito nell’Archivio di Stato di Salerno, ritroviamo una particolare planimetria dell’area con la Torre dello Sperone, nella parte bassa, collegata più a nord con una ulteriore torre “del Russo”. Ad est si scorge l’area del Tarcinaro (arsenale non lontano dal torrente Rafastia) e più ad est le baracche con la descrizione “via Publica per quam vadit flumen Rafastia”. In prossimità dello Sperone ritroviamo una ulteriore scritta “Marittima Plagia seu litus”, più ad est ancora ritroviamo la “Via Publica”, l’attuale Via dei Principati. L’assetto urbanistico, così come lo vediamo attualmente risale, infine, al XVIII secolo. Di fatto, per volere del marchese Ruggiano, nel 1764, viene incaricato l’ingegnere Carlo Sessa, affinché rilevi tutta l’area a ridosso delle mura sud orientali (l’area dell’Arsenale nella quale si svolgeva la Fiera) per la realizzazione di magazzini di proprietà Ruggiano. Il progetto delinea una serie di magazzini posti a emiciclo, con fontana centrale, che si uniscono alla definitiva collocazione di Porta Nova (in posizione più avanzata verso est rispetto alla precedente). E’ di qualche anno dopo e precisamente del 1819 la “Pianta geometrica del locale fuori Salerno in cui vi sono i magazzini detti della Fiera” custodita nell’Archivio di Stato di Napoli che sembra quasi coincidere col progetto dell’Ingegnere Sessa, in cui si evidenziano alcune demolizioni da farsi. Sull’emiciclo leggiamo la scritta (Magazzini del Marchese Rugiano). Gli stessi, appartenenti ad altri proprietari, poi proseguono verso nord est lungo la Strada della Fiera Vecchia. Con la lettera F si indica Porta Nova con tale indicazione: “Porta nova da demolirsi per rendere libera la comunicazione”, fortunatamente mai applicata! La porta è ben visibile in una topografica redatta e completata nel maggio del 1862 dall’Architetto Francesco Saverio Malpica, la prima parziale rappresentazione fedele della città post-unitaria governata allora dal Sindaco Matteo Luciani. Nella “Pianta di una porzione della città di Salerno racchiusa tra le strade Due Principati, 2° Arcivescovado e Portarotese con la indicazione della traccia corsa dalle tre nuove strade”, (custodita nell’Archivio di Stato di Salerno – Prefettura II Serie -) si può ammirare, nello specifico, il Largo Portanova, la strada Portanova, Porta Nova in pianta, la rettifica della strada Fieravecchia, la chiesetta di San Pietro e i palazzi dei Conforti che si affacciano su via Garibaldi. Il 20 dicembre 1753 nella riunione della municipalità così si descrive: “ …situare la detta porta, la bocca della quale debba essere della parte della strada di pietra di piperno napoletano, col suo prospetto di poterci andare due carrozze a pari e proprio di larghezza palmi 18, con ponersi nel frontespizio della medesima una Impresa Reale di marmo e due altre laterali più piccole di detta città…”. Dunque si comprende come l’ampiezza della nuova porta da realizzare doveva risolvere il problema del continuo viavai di carrozze soprattutto in occasione della Fiera. Il progetto della porta fu realizzato dal Regio Ingegnere Giovanni Bompiede, mentre con atto notarile del 5 marzo 1754, i lavori furono affidati al maestro marmoraro Francesco Ragozzino. L’epigrafe posta in alto, riporta l’anno della sua realizzazione (MDCCLIV), pertanto la struttura viene realizzata in pochi mesi. Al di sopra della porta si erge la statua, realizzata due anni dopo, del Patrono di Salerno, San Matteo benedicente; alla base della stessa la scritta “Posuerunt me custodem”. La statua realizzata dallo scultore Giovanni Pagano di Napoli, non mostra, tuttavia, le sue caratteristiche peculiari iconografiche, ovvero non si presenta con il libro del Vangelo aperto e non compare l’angelo in genere sempre presente al suo fianco. Infine molto interessante è lo stemma araldico borbonico al di sopra dell’arco della porta. Si tratta di un elemento lapideo in cui sono ben descritti gli elementi dell’arme (che sono stemmi distintivi di un territorio o anche di una famiglia) che rientrano nel quadro di unione del grande stemma araldico in questione. E’ lo stemma di Carlo III di Borbone, re di Napoli e re di Sicilia tra il 1735 e il 1759: partendo dalla parte sinistra, in altro, e proseguendo in senso antiorario ritroviamo i vari punti d’arme (gli stemmi) che sono: Castiglia, Leon, Aragona, Aragona-Svezia, Regno di Gerusalemme, Borbone Angiò, Brabante, Borgogna antica e Asburgo (Austria).

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