
A Napoli, in questa grigia giornata di novembre, si è lanciato nel vuoto nella Basilica dell’Incoronata di Capodimonte. A compiere il disperato gesto è stato Salvatore Lucente, vicepreside della scuola media Ristori di Forcella. 55 anni, celibe, viveva con l’anziana madre a Materdei ed era molto impegnato nel sociale.
Stesso giorno, a Pagani, proprio nella Basilica di Sant’Alfonso, è stato ritrovato col il volto ferito da arma da fuoco e tutto fa presagire un suicidio. E’ la storia di un uomo di 58 anni, C.P., che è stato ritrovato in condizioni disperate prima che la Basilica fosse aperta ai fedeli nel pomeriggio. L’uomo, scortato dai Carabinieri, è stato trasportato dall’ambulanza del 118 all’Umberto I di Nocera Inferiore ma non c’è stato nulla da fare. Sono in corso i rilievi da parte della scientifica per ricostruire dinamiche e modalità.
E la tristezza non può che avvolgere nel profondo le due comunità colpite. Ci si chiede il perché di tale disperazione, così profonda da portare i due uomini all’estremo gesto, entrambi proprio in un luogo di culto. In un periodo così difficile come quello che stiamo attraversando a causa del covid, queste morti sembrano ancora più disperate. Ci si chiede quanto grande dovesse essere il loro dolore e la loro solitudine, forse il loro recarsi in chiesa era proprio un modo per cercare in qualche modo un conforto.
Si resta attoniti ancora di più innanzi a questo tipo di morte. Ci si rende conto di quanto sia importante avere qualcuno che ci tenda una mano nei momenti difficili, quanto facile sia perdere la speranza di un domani migliore, quanto vuoto possa apparire il nostro tempo se non si ha più quella luce interiore che spinge alla vita, sempre e comunque.
Due tragici episodi in una stessa giornata, a poca distanza l’uno dall’altro che non fanno che sottolineare la vera tragedia del nostro tempo, essere sempre connessi in rete e così soli e colmi di tristezza e dolore nella realtà, nel vero quotidiano, arrivando persino a confondere la realtà col virtuale, la nostra vera vita e quella che avremmo voluto vivere.