Coronavirus: ne parliamo con il dr Mario Polichetti, ginecologo

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L’ Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato che è pandemia. In Italia ci sono 17.660, 1266 morti. In campania 284 casi, 2 morti, 5 guariti.

Ne parliamo con il dr Mario Polichetti, ginecologo

-Allarme Coronavirus, di che virus si tratta?

Sicuramente l’epidemia da Coronavirus è seria. nei giorni scorsi si è parlato dell’infezione come di una influenza che colpisce le persone già debilitate, con scarse difese immunitarie. Stiamo parlando di una infezione seria, dovuta ad un virus che ha subìto mutazioni, diventando più aggressivo. Era conosciuto come virus del raffreddore, mutato porta polmoniti con insufficienza respiratoria.”

-Quanto incidono le patologie pregresse nei soggetti positivi al test?

Ovviamente, migliori sono le condizioni del paziente che viene colpito, maggiori sono le chances di recupero e di sostenere le terapie intensive.”

-Come è stata gestita, secondo Lei, l’emergenza?

“Laddove si è banalizzato, il Coronavirus è una cosa seria e richiedeva una gestione seria. I politici a livello nazionale invece di preparasi ad affrontare il virus con la giusta serietà, hanno banalizzato con atteggiamenti da irresponsabili, come il medico che invece di preoccuparsi della giusta terapia crea battibecchi. Con questo scenario si è perso tempo prezioso che ora si sta cercando di recuperare.”

-Cosa si sarebbe dovuto fare?

“Andavano messe subito in campo le misure per il contenimento del contagio, diffusione e nel contempo bisognava aumentare la dotazione nazionale di posti di terapia intensiva che rappresenta il punto critico del problema, rischiando così che di non avere posti sufficienti per la richiesta. Ora che gli specialisti si stanno applicando vengono fuori terapie”

-Quando si sarebbe dovuta muovere la macchina organizzativa per fronteggiare l’emergenza?

Andava fatto almeno due mesi fa, quando cioè si sapeva che la l’infezione sarebbe arrivata in Italia. L’epidemia, se ci sono contatti, persone che vanno e vengono dalla zona dell’epidemia, è ovvio che arrivi in Italia. Vi è stata una scarsa professionalità, una scarsa attenzione alle problematiche che riguardano la Sanità Pubblica.”

-Cosa fare adesso?

Bisogna, da un lato, contenere il contagio. Tutti devono stare a casa, evitando contatti per dare il tempo di studiare le giuste terapie, per un vaccino, per organizzare le strutture sanitarie per accogliere i casi critici. Bisogna seguire tutte le norme igieniche, mantenere le giuste distanze nelle rare uscite, evitare il pronto Soccorso per tutto ciò che non è urgente.”

Qual è la situazione a livello del Dipartimento Materno- Infantile?

“Noi abbiamo il blocco dell’attività chirurgica a livello del Dipartimento Materno-Infantile. Anche le strutture convenzionate dovrebbero mettere a disposizione le proprie strutture per accogliere casi che la Sanità Pubblica non riesce a gestire.Non trovo giusto che il peso ricada soltanto sulle strutture pubbliche. Al Ruggi non abbiamo la possibilità di gestire le donne gravide che arrivano con la febbre. Potrebbero essere portatrici del Coronavirus. Serve un reparto dedicato a questo problema, che noi non abbiamo. Una struttura adeguata dove poter inviare questi casi che potrebbe essere, a mio avviso, il Secondo Policlinico, un centro di riferimento a Napoli, vicino al Cotugno. Se il caso si rivela negativo e la gravida non è affetta da Coronavirus, tornerebbe nel territorio di appartenenza. Non abbiamo il tempo nell’imminenza del parto, serve una struttura ad hoc che, in poco tempo, dia un risultato”

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