Continuano le ricerche per il ritrovamento del terzo complice.
Sono due cittadini marocchini i protagonisti del decreto di fermo per l’omicidio del connazionale Azzam Mohammed, avvenuto a Scafati lo scorso 23 Febbraio. Sono due fratelli di 24 e 29 anni i responsabili della morte del 38enne, entrambi cittadini irregolari sul territorio nazionale, localizzati all’interno di un centro di assistenza per stranieri e, successivamente, associati al carcere di Torino. Un terzo complice, anch’egli responsabile della medesima misura cautelare è risultato irreperibile.
Il decreto è stato eseguito a Torino dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore, in collaborazione con il Personale del Comando Provinciale del Reparto Anticrimine di Torino. Hanno dunque un volto, i responsabili dell’efferato omicidio dell’ex macellaio, trovato riverso in una pozza di sangue a Scafati, il 23 Febbraio, in un appartamento del Cortile Fienga, denudato, immobilizzato, con le caviglie legate da una corda. L’uomo era stato inciso in varie parti del corpo con una piccola lama e colpito, in modo violento alla testa, con un corpo contundente sì da procurargli lesioni mortali. Il marocchino è poi deceduto all’Umberto I di Nocera Inferiore.
La complessa attività investigativa ha consentito di documentare la presenza degli indagati sul luogo del delitto, attraverso l’esame dei dati relativi al traffico telefonico, nonchè la comparazione delle impronte recuperate sulla scena del crimine. I tre uomini avevano utilizzato un telefono cellulare con la carta SIM telefonica della vittima, poi si sono trasferiti nel capoluogo piemontese, con la chiara intenzione di lasciare il territorio nazionale, ed uno dei tre ha riportato una frattura ad un piede verosimilmente in occasione della colluttazione con il defunto.
Sono attualmente in corso ulteriori accertamenti per chiarire il movente dell’efferato delitto, verosimilmente scaturito in seguito ad una lite per futili motivi e continuano le ricerche per il ritrovamento del terzo complice.