di Claudia Izzo-
A volte, ci sono desideri che si fanno segno.
Il legame con mia nonna è stato qualcosa di fortissimo che rivedo nel rapporto di mia figlia con mia madre. Tanto forte che, quando mia nonna dovette partire per l’America per andare dall’altra figlia, mia madre, ben consapevole del fatto che ne avrei sofferto fino all’inverosimile, mi fece partire con lei. Avevo due anni e sarebbe dovuto essere un viaggio di un mese a New Haven, a due ore da New York. I mesi divennero sei, con nessuna intenzione di fare ritorno…
Complice di tutto ciò, la mia meravigliosa zia Solenne che ci attese, accolse e coccolò come soltanto una persona che ti ama può fare. Come dimenticare che alla nascita di mia figlia, dieci minuti dopo, ad aprire la porta della camera della clinica in cui ero ricoverata, fu zia con una pecorella bianca e rosa in mano, direttamente dagli USA?
L’altro giorno la mia mente si è persa nei ricordi dell’infanzia, adolescenza, dove la mia nonna, avanti mille miglia nelle idee, con un coraggio da leonessa, una vivacità mentale da far invidia a qualsiasi giovane, è stata protagonista.
Tra i vari pensieri, mi alzo poi dalla scrivania alla ricerca di un taccuino di appunti. Al mio ritorno, tra i tanti libri adagiati sulle mensole della libreria, a far bella mostra della propria copertina, ne trovo uno a terra. Fin qui tutto plausibile, anche se nessuna corrente d’aria o movimento avrebbe potuto determinare il fatto.
La cosa che mi ha incuriosito è che a suicidarsi dalla mensola è stato un testo sui Doria, tra stemmi e blasoni, la storia dell’antica famiglia legata alla città di Genova da cui deriva la mia famiglia dal lato materno. Il cognome di mia nonna, dunque.
Altra stranezza: innanzi al testo vi era una bugia con tanto di candela; cadendo il libro avrebbe dovuto trascinare sistematicamente con sè tutto, invece la bugia era ancora sulla mensola ed a cadere è stato soltanto il libro insieme alla candela. La fisica non è mai stata il mio forte nonostante i buoni voti!
Come quell’altra volta: stessi pensieri, sempre nella mia mente la nonna mentre guardo intensamente un orologio a muro nel mio salone di casa, oggetto che proviene dalla casa della nonna, portato in Italia da un viaggio in America del bisnonno, ai primi del ‘900 e…all’improvviso si apre la sua porticina in vetro decorato.
Come a dire, io ci sono.
Diciamocela tutta: tutto può cadere e accadere, ma non dopo pensieri intensi e per ben due volte…
Il libro col cognome della nonna e l’orologio, simbolo del tempo per antonomasia, prepotentemente si impongono alla mia attenzione.
Voglio credere che sia così: che soltanto chi abbiamo amato veramente e ci ha amato veramente, con quella purezza e sincerità che rende un sentimento Amore, ci sia accanto, in qualsiasi modo riesca ad esserci.
Con un libro, con un orologio, con un sogno.