Fonderia Pisano, diritto alla salute o al lavoro?

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Una storia lunga 17 anni – di Maria Gabriella Alfano

<<Siamo qui a Fratte per informare l’opinione pubblica sull’Autorizzazione integrata ambientale (AIA) concessa a Fonderie Pisano. Le polveri della Fonderia arrivano alla Stazione di Salerno, a Torrione, a Pellezzano, a Coperchia, a Matierno, a Baronissi.>>

Queste le parole pronunciate questa  mattina, 31 maggio in Piazza Galdi a Fratte da Lorenzo Forte, esponente del “Comitato Salute e Vita” che ha chiesto alla Regione di rendere noti i risultati dello studio SPES (Studio di Esposizione nella Popolazione Suscettibile), che valuta la relazione tra gli inquinanti ambientali e la salute delle perso e di emettere un provvedimento di chiusura dello Stabilimento per tutelare il diritto costituzionale alla salute. Forte ha anche comunicato che, in mancanza di atti concreti, il Comitato si rivolgerà al Presidente Mattarella e al Ministro Costa.

E’ questo un altro capitolo della vicenda “Fonderia Pisano” che va avanti da diciassette anni.

Come per l’Ilva di Taranto o la Ferriera di Servola, anche a Salerno si stanno contrapponendo il   “diritto alla salute” e  il “diritto del  lavoro”, entrambi tutelati dalla Costituzione della Repubblica.

E’ la stessa dicotomia che da qualche mese vive il Governo del Paese, quando deve decidere i provvedimenti per fronteggiare il Covid-19.

Dal 2003 i residenti, riuniti nel Comitato “Salute e vita”, stanno denunciando le gravi patologie, spesso mortali, che da tempo si registrano nelle frazioni di Cappelle, Matierno, Fratte e nei comuni di Baronissi e Pellezzano.

<<Non c’è famiglia -ha dichiarato Roberto Forte nel corso di una trasmissione di Radio Vostok – nell’intorno di via dei Greci che non abbia avuto congiunti morti di cancro o di leucemia.

<<La polvere di ferro rilasciata dai forni – ha continuato – invade ogni minimo anfratto. Per non parlare della qualità dell’aria e del cattivo odore che costringono i residenti a tenere le finestre chiuse.>>

L’ARPAC, che nel 2016 ha rinvenuto nel complesso della Fonderia rifiuti speciali pericolosi, come filtri dell’olio per autoveicoli, nel 2018 parla di fabbrica incompatibile e di danno “esistenziale” per la popolazione, ovverosia danno “mortale”.

C’è chi afferma, invece, che non è documentato scientificamente il nesso causa-effetto tra Fonderia Pisano e neoplasie.

In effetti, per la Fonderia Pisano non è stato mai effettuato lo studio epidemiologico, come è accaduto a Taranto, e da più di 15 anni la Provincia di Salerno non aggiorna il Registro Tumori che avrebbe consentito di valutare il numero degli ammalati e dei morti a Fratte rispetto a quello del territorio provinciale.

Il Comitato ha anche detto che nell’ultimo mese, nonostante il rallentamento o la stasi nel Paese di numerose attività e di procedimenti amministrativi, quelli legati alle fonderie Pisano sono proseguiti.

E infatti, con Decreto Dirigenziale n. 85 del 20 aprile scorso, il Dirigente dell’U.O.D. Autorizzazioni Ambientali della Giunta Regionale della Campania ha autorizzato a favore della Società Fonderie Pisano & C. S. p.a., l’attività di “Funzionamento di Fonderia di metalli ferrosi con una capacità di produzione superiore a 20 Mg al giorno” per i prossimi 12 anni.

Il Governatore Vincenzo De Luca, il 15 maggio scorso,  durante una comunicazione istituzionale sulla Fase 2, affermava <<Ci sarà nei prossimi giorni un problema che riguarda la Fonderia Pisano a Salerno. Abbiamo chiesto una relazione dettagliata all’Istituto zooprofilattico” di Portici. La mia sensazione è che non si debba aprire l’attività della fonderia. Prima di prendere una decisione di chiusura vogliamo aspettare questa relazione di merito, ma ho la sensazione che non ci siano le condizioni per riaprire. In ogni caso tuteleremo in maniera rigorosa l’ambiente e la salute dei nostri concittadini.>>

Posizione questa, che ha immediatamente trovato l’assenso di Francesco Morra, Sindaco di Pellezzano.

La battaglia del “Comitato Salute e Vita” contro l’inquinamento è diventata più complicata perché a difendere l’attività non c’è solo la “Società Pisano”, ma anche i 120 operai delle Fonderie che temono di perdere il posto di lavoro.

Mentre i residenti chiedono la chiusura dello Stabilimento, La FIOM CGL sollecita la ripresa del lavoro degli operai, in Cassa Integrazione per il Coronavirus.

Il Vice Presidente della Fonderia, Guido Pisano <<Siamo disponibili fin da subito –ha affermato– a immaginare insieme con la Regione Campania e il suo Presidente un percorso condiviso che, con tempi definiti, ​ individui un sito alternativo a quello attuale in un’area industriale della nostra provincia​ che continui a garantire​ lavoro e capacità produttiva, così come abbiamo fatto fino ad oggi>>.

L’ipotesi di delocalizzazione risale al lontano 2006 quando il comune di Salerno nell’ambito delle previsioni del PUC, destinò a edilizia residenziale l’area delle Fonderie purché l’Industria fosse ricostruita in altra zona del territorio provinciale e sempre che l’Azienda garantisse i posti di lavoro esistenti.  Previsione, questa, che è stata confermata anche nel PUC adottato nel dicembre 2018.

In effetti la delocalizzazione era stata prevista nella zona ASI del Comune di Buccino, ma vi era stata la ferma opposizione dell’Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco Nicola Parisi, che nel 2019 aveva approvato una variante normativa alle norme di attuazione del proprio strumento urbanistico in modo da limitare i nuovi insediamenti industriali a quelli di tipo agro-alimentare.

La variante veniva, però, impugnata dalla Società Fonderia Pisano e da altre Aziende davanti al TAR Salerno. Il TAR il 3 aprile scorso ha accolto i ricorsi.

Al momento la situazione è fluida perché il Sindaco Parisi ha annunciato che si appellerà al Consiglio di Stato.

Siamo di fronte a diversi temi e interessi pubblici contrapposti: assetto urbanistico, insediamenti abitativi, tutela delle attività produttive e soprattutto tutela della salute.

Per comporre i conflitti tra questi diversi diritti e interessi non c’è che la Regione Campania che per competenza e autorevolezza dovrà trovare la sintesi tra le istanze dei vari soggetti in campo, in nome della salute, del lavoro e del benessere dei cittadini.

 

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